L'ex vigile finito sotto inchiesta nel 2015 nell’indagine della Guardia di Finanza di Imperia sui furbetti del cartellino, assolto nelle scorse ore: «Non ho mai rubato nulla e ho sempre creduto nella giustizia ma è stata dura»
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«Dopo aver vissuto questa tortura, rivoglio il mio posto in Comune». È quanto chiede Alberto Muraglia, il vigile di Sanremo che timbrava in mutande, dopo essere stato assolto con rito abbreviato dal giudice per l’udienza preliminare Paolo Luppi perché «il fatto non sussiste».
L’uomo, ex vigile del mercato annonario, era finito sotto inchiesta nell’indagine della Guardia di Finanza sui furbetti del cartellino: la sua foto in slip divenne il simbolo della mala amministrazione al centro dell'inchiesta che, il 22 ottobre 2015, aveva portato ad arresti e altre misure per oltre 50 persone.
«Le cose vanno contestualizzate - spiega a La Stampa -. Non ero un pazzo che andava a timbrare così nella sede del Comune. Io ero il custode del mercato. La macchinetta era in un corridoio davanti al mio appartamento, in un contesto privato».
«Quattro anni di tortura mediatica»
«Sono stati quattro anni di tortura mediatica», racconta Muraglia. Ma «io non mi sono mai abbattuto, ho scelto di prendere la cosa con ironia e serenità, lo dovevo alla mia famiglia, ai miei figli. Non potevo farmi vedere distrutto. Ho sempre creduto nella giustizia, e ora la conferma è arrivata, anche se è stata dura».
«Non ho mai rubato nulla»
«Una cosa mi ha disturbato su tutte: quasi nessuno ha mai avuto l'onestà intellettuale di fare la domanda giusta, e cioè se quelle timbrature erano fatte prima o dopo l'orario di servizio. Rispondo io: tutte prima, non ho mai rubato nulla. Sono sempre andato a testa alta. Capisco l'impatto determinato dall'inchiesta e dalla foto, ma la gente di Sanremo mi conosceva, mi ha sempre stimato e mi è stata vicino».
«Rivoglio il mio posto»
Dopo essere stato assolto dalla giustizia, Muraglia rivuole il suo posto, quel lavoro che ha svolto per 18 anni.
«Il ricorso - dice - l'ho già fatto. Ho portato 40 testimoni e la prossima udienza sarà ad aprile. Io sono stato messo alla porta in base a mere accuse. Ora che c'è una sentenza di assoluzione, credo valga qualcosa».