«Le divergenze ci sono», ma c'è tutto il tempo per «coinvolgere anche le parti sociali» e fare un lavoro «insieme», ha detto Giorgia Meloni nell’incontro di due ore nella Sala verde di Palazzo Chigi. Pd, M5s, Azione, Verdi, Sinistra e +Europa si presentano puntuali alle 17. Da una parte il governo, con la premier al centro, dall'altra Elly Schlein e Giuseppe Conte e, videocollegato, anche Matteo Salvini. Che parla poco durante il confronto, anche se la Lega poi sarà la più tranchant nei confronti di opposizioni che restano «sulle loro posizioni ideologiche». Una rigidità la nota anche Antonio Tajani, assicurando comunque che l'obiettivo è quello di «salari più ricchi». 

La proposta di Meloni

La premier parla a lungo per ribadire le sue obiezioni allo strumento del salario minimo che può diventare addirittura «controproducente». Poi tocca ai leader delle minoranze, che prendono la parola in ordine alfabetico. Giorgia Meloni prende tempo. Per lei il salario minimo non risolve il problema dei bassi salari e del lavoro povero. E davanti alle opposizioni, che si presentano per la prima volta unite a Palazzo Chigi, rilancia proponendo di dare al Cnel la regia di un lavoro approfondito per arrivare a una proposta di legge «che affronti una materia così ampia nelle sue complessità». 

La reazione delle opposizioni

Un tentativo di «fare melina», per la minoranza che, poco convinta che si arriverà a un risultato, non si sottrarrà «al confronto», ma allo stesso tempo continuerà anche con la raccolta firme la battaglia per il salario minimo

«Il governo non ha le idee chiare» dice Elly Schlein. Della stessa opinione il leader del M5S Giuseppe Conte: «Il governo butta la palla in tribuna» perché, incalza anche Nicola Fratoianni, in realtà «non hanno una proposta alternativa». Più ottimista Carlo Calenda, che un dato positivo lo vede: «Nessuno ha sbattuto la porta». Ma, lamentano un po' tutti, ci sono stati 4 mesi di discussione in commissione, compresa l'audizione del Cnel. C'era tutto il tempo per studiare una controproposta. Che non è arrivata.