Proseguono a ritmo battente le consultazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale. Con l'arrivo della delegazione di Fratelli d'Italia guidata da Giorgia Meloni è iniziato il secondo giorno di incontri. A seguire è entrata in audizione la delegazione del Pd composta dal segretario Dem Nicola Zingaretti, dal presidente del partito Paolo Gentiloni, dalla vice presidente Paola De Micheli e dai due capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci

Al Colle anche la delegazione di Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi. Insieme all'ex premier, Antonio Tajani e le due capigruppo, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini.

Meloni: «Voto unica strada possibile»

Per Fratelli d’Italia le elezioni anticipate rappresentano l’unica via possibile per donare stabilità al Paese. «Le elezioni sono oggi l'unico esito possibile, rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione», ha detto la presidente di Fdi, Giorgia Meloni. «Diciamo No a un governo che ha la maggioranza in Parlamento ma non tra i cittadini: sarebbe irrispettoso della volontà popolare e della nostra democrazia». «L'unico modo che abbiamo per un governo stabile – sottolinea la leader di FdI - è andare a votare, tutto il resto durerà solo qualche mese: gente che fino a ieri si insultava oggi non può andare d'accordo».
«La verità è che Mattarella è costretto a scegliere tra due diverse prescrizioni costituzionali: quella che chiede di verificare se esista una nuova maggioranza e quella che dice che la sovranità appartiene al popolo: questa prescrizione è tra le più vincolanti della nostra Costituzione. Ho sentito Salvini e penso che se si andasse al voto ci sarebbe una compagine formata da Fdi e Lega sicuramente, vedremo cosa fa Fi, e sicuramente sarebbe già maggioritaria», ha detto ancora Meloni al termine della consultazione di Fdi.

Zingaretti: «Governo con M5s solo se di svolta»

Per il Partito democratico, invece, le elezioni non sono così necessarie. Potrebbero esserci soluzioni alternative. Zingaretti da Mattarella ha posto però dei "paletti" imprescindibili: chiara scelta europeista, pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, svolta radicale nelle scelte economiche, no aumenti dell'Iva, svolta sull'immigrazione.

«Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione diversa maggioranza e l'avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica», ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine dell'incontro con Mattarella.

«Non un governo a qualsiasi costo - datto Zingaretti -, serve un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, una ampia base parlamentare e ridia una speranza agli italiani. Se non dovessero esistere queste condizioni, tutte da verificare, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni anticipate alle quali il Pd è pronto».

Berlusconi: «Governo di centrodestra o urne»

La posizione di Forza Italia è netta: un governo guidato dal centrodestra o voto anticipato. «L'esperienza appena conclusa dimostra che i progetti di governo si fanno con i tempi e con le idee compatibili, non dopo il voto ma prima. Quindi un governo non può nascere in laboratorio, se basato solo su un contratto», ha detto Silvio Berlusconi, leader di Fi, al termine delle consultazioni con il Capo dello Stato .

«Forza Italia ha condotto un'opposizione seria e coerente in parlamento cercando di correggere molti errori e migliorare provvedimenti del governo - ha continuato il Cav - con lo stesso senso di responsabilità dimostrato finora, e che è stato molto oneroso in termini politici per il nostro partito. Ma oggi mettiamo in guardia da un governo frutto di una maggioranza tra diversi e improvvisata. In nessun caso Fi è disponibile ad alleanze con chi abbiamo contrastato in campagna elettorale e che esprimono una visione del paese diversa e opposta».