Il Senato ha approvato la proroga dello stato di emergenza per il coronavirus al 15 ottobre. I senatori hanno approvato inoltre una parte della mozione del centrodestra sulla proroga, messa in votazione separatamente, in cui si prevede un coinvolgimento delle regioni interessate o del presidente della Conferenza Stato-Regioni. Il Consiglio dei ministri è quindi convocato domani alle 20 per il via libera alla proroga. Prima del voto, il premier Giuseppe Conte era intervenuto in Aula per comunicazioni su ulteriori iniziative relative all'emergenza Covid.

Proroga inevitabile

Ritengo «doveroso condividere con il Parlamento questa decisione, nel cdm abbiamo esaminato il tema della proroga dello stato di emergenza, valutando le relative implicazioni», ha affermato. «La proroga è facoltà prevista dalla legge, attivabile ogni qual volta si renda necessaria la prosecuzione degli interventi», ha spiegato il premier, che ha poi aggiunto: «Non abbiamo adottato in cdm alcuna decisione, ma è emerso l'indirizzo di prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 ottobre». Proroga che, secondo il presidente del Consiglio, sarebbe "inevitabile".

La gestione dell’emergenza

«Sarebbe incongruo sospendere bruscamente l'efficacia delle misure adottate» ha ribadito Conte spiegando come senza la proroga non ci potrebbe essere più «l'assistenza alle persone risultate positive, il volontariato, il reclutamento e gestione delle task force sanitarie regionali e anche negli istituti penitenziari, il numero verde 1500, il pagamento dilazionato delle pensioni per evitare assembramenti, attribuzione dei poteri all'Istituto superiore di sanità per la sorveglianza epidemiologica, il sistema 'Cros'».

Inoltre, ha proseguito «cesserebbero le funzioni di coordinamento del capo della Protezione civile, decadrebbero i poteri straordinari dei soggetti attuatori» e tra l'altro «cesserebbe anche il Comitato tecnico scientifico che ha svolto un ruolo importante».

«Il virus continua a circolare»

«Il virus continua a circolare nel Paese, con focolai che sono stati circoscritti, mentre all'estero la situazione resta preoccupante» ha detto quindi il premier. «Dobbiamo evitare che la crescita dei contagi riguardi anche l'Italia». E ancora: «Le funzioni del commissario straordinario cesserebbero con la fine dello stato di emergenza e senza la proroga mentre il suo lavoro si sta dimostrando fondamentale».