Il ministro della Salute, Speranza: «La curva epidemiologica è molto alta. O la pieghiamo o andiamo in difficoltà»
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Si sta svolgendo in serata, una riunione fra il premier Giuseppe Conte con i capidelegazione delle forze di maggioranza al governo per discutere i contenuti del dpcm atteso per domani. Il premier si trova a Palazzo Chigi, mentre i capidelegazione sono in video-collegamento.
La discussione sul nuovo Dpcm
Conte sarebbe d'accordo con le Regioni sulla richiesta di misure più restrittive ma, in base a quanto si apprende da fonti della maggioranza, a differenza di quanto vogliono i governatori, sarebbe orientato a modularle in base alla diffusione territoriale del Covid, più che a varare provvedimenti di carattere nazionale. Fra le restrizioni sul tavolo della riunione in corso a palazzo Chigi tra il premier e le forze che sostengono il governo c' è l'interruzione della mobilità interregionale, fatto salvo ragioni di lavoro, la chiusura dei centri commerciali nei weekend, la chiusura alle 18 di tutte le attività.
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Speranza: «Preoccupano i contagi»
Proseguirà, intanto, domani alle 9 il confronto tra governo e Regioni, Comuni e Province sulle misure del prossimo Dpcm-anti Covid. Le Regioni in particolare avrebbero chiesto misure uniformi per tutta Italia. «In queste 48 ore - avrebbe detto durante la riunione il ministro Speranza - costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l'ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l'asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento».
«La curva epidemiologica è ancora molto alta. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà», ha poi confermato il titolare dicastero in un colloquio con il Corriere della Sera. «Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore», evidenzia Speranza, secondo il quale c'è ancora troppa gente in giro. Il ministro poi rassicura sulla tenuta delle terapie intensive, e sulla scuola spiega che va difesa il più possibile, ma in un contesto di epidemia «non è intangibile».