Oltre 20 aggressori si sono presentati nell'ospedale romano dove era ricoverato un manifestante ferito. L'uomo è già in stato di fermo
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Devastato il pronto soccorso dell'Umberto I da un gruppo di manifestanti no green pass coinvolti nelle violenze di ieri a Roma. A quanto apprende l'Adnkronos, nel reparto era stato ricoverato un manifestante ferito, già in stato di fermo, quando si sono presentate una ventina di persone che hanno creato il panico nel pronto soccorso dell'ospedale romano, devastandolo.
La persona in stato di fermo domani sarà processata per direttissima. Durante il triage, l'uomo ha insultato e aggredito, non solo verbalmente, alcuni operatori sanitari e il personale di vigilanza. Contemporaneamente all'esterno del Pronto Soccorso si erano radunati almeno 30/40 manifestanti violenti che hanno preso di mira con urla e slogan gli operatori sanitari.
«Un episodio gravissimo, bisogna fermare la violenza», ha commentato con l'Adnkronos l'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, che si è recato al Policlinico per esprimere solidarietà ai sanitari.
«Un attacco inaudito ed intollerabile che ha coinvolto il Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I, dove ieri notte, medici ed infermieri sono stati costretti a sigillare i locali per arginare la pressione violenta dei manifestanti arrivati a decine. Ho voluto ringraziare questa mattina le nostre operatrici e i nostri operatori per il coraggio e la dedizione, non hanno fatto un passo indietro contro i violenti ed hanno sempre garantito l’assistenza. Il bilancio purtroppo parla di due operatori sanitari feriti, una infermiera ha ricevuto una bottiglia in testa e due agenti feriti. È intollerabile, giù le mani dal personale sanitario!», ha detto l’assessore accompagnato dal direttore generale del Policlinico Umberto I, Fabrizio d'Alba e da Francesco Pugliese, direttore del Dea.
«L'intervento della Celere ha evitato che la situazione degenerasse anche se i violenti entranti di forza nell'area Accoglienza hanno in tutti i modi impaurito e minacciato i presenti. Tutti gli operatori sanitari - ai quali va il più grande sostegno e vicinanza per aver saputo fronteggiare anche questa situazione, dopo quasi venti mesi di lavoro in prima linea contro il Covid - hanno comunque garantito il loro servizio, nonostante il clima di paura ed intimidazione imposto dai manifestanti che sono stati poi allontanati dalla celere che ha presidiato l'ospedale per tutta la notte», conclude il direttore d’Alba.