A dare la notizia la famiglia. Tra le altre cose, fu inviato Rai, direttore dell’Unità e fondatore del Fatto Quotidiano. Dal 1996 l’impegno in politica che lo vide deputato e senatore per tre legislature
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È morto stamattina a 94 anni Furio Colombo. Ne dà notizia la famiglia. Giornalista di primo piano, inviato Rai, editorialista de La Repubblica, direttore dell'Unità, fondatore del Fatto quotidiano, parlamentare per tre legislature per i Ds, l'Ulivo, il Pd.
Colombo era nato a Chatillon, un paesino della Valle d’Aosta, il primo gennaio 1931 da una famiglia di origini ebree. Si laureò giovanissimo in giurisprudenza a Torino e a metà degli anni cinquanta cominciò a partecipare alla scrittura di alcuni programmi culturali della Rai. Diventò giornalista professionista nel 1967.
Insegnò al Dams a Bologna e fu corrispondente dagli Stati Uniti per La Stampa e la Repubblica, di cui fu anche editorialista. Scrisse per il New York Times e per la New York Review of Books e insegnò giornalismo alla Columbia University e all'Università di Berkeley in California. Per tre anni, dal 1991, fu direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a New York.
Nel 2001 venne nominato direttore de l'Unità, da poco rinata dopo il fallimento del 2000, carica che mantenne fino al 2005. Nel 2009 fu tra i fondatori del Fatto Quotidiano e editorialista del giornale fino al 13 maggio 2022, quando lasciò a causa di dissapori sulla linea editoriale dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
Fu deputato tra le file del Partito Democratico della Sinistra e dei Democratici di Sinistra dal 1996 al 2001. Nel 2006 tornò in Parlamento come senatore nella lista dei Ds in Lombardia e iscritto al gruppo parlamentare dell'Ulivo.
Rieletto nuovamente deputato nel 2008 con il Pd, fu dalla morte di Mirko Tremaglia (2011) fino allo scioglimento delle Camere il più anziano deputato della XVI legislatura. Terminò il mandato nel 2013.
Grazie alla sua attività parlamentare fu istituita nel 2000 la legge che riconosce il 27 gennaio come Giorno della Memoria.