È morto oggi a Los Angeles William Friedkin, regista vincitore dell'Oscar per Il braccio violento della legge (The French Connection). Aveva anche ottenuto una nomination per L'Esorcista (The Exorcist) e diretto The boys in the band, To live and die in LA, Rules of engagement e altri. Aveva 87 anni.

Dato molte volte per finito e molte volte tornato sulla scena da protagonista (l'ultima nel 2011 con il bellissimo "Killer Joe" che portò a Venezia dove due anni dopo ebbe il Leone d'oro alla carriera), Friedkin resta però scettico sul futuro del suo mestiere: «Sono tornato alla tv anche nell'ultimo decennio con Csi - dice - e continuo a leggere copioni in cerca di buone idee. Ma penso che il grande cinema sia ormai come il teatro d'opera a cui mi dedico con passione totale, un evento a misura di coloro che lo sanno apprezzare. Il resto è routine e spesso non vale la pena di farlo o di vederlo. Non dico che non ci sia un'eccellente nuova leva di artisti, non dico che il digitale ha ucciso quest'arte, ma resto convinto che ne abbiamo smarrito il senso vero e la poesia segreta. Così affrontiamo una nuova epoca ma non sappiamo ancora dove andare. Forse non è cosa per me, forse qualcuno di penserà».

William Friedkin ha scelto del resto la via della pagina scritta per testimoniare del suo lavoro: il bellissimo libro di memorie, davvero una lezione di cinema, intitolato "Friedkin Connection". Il festival gli renderà omaggio anche domani presentando nella sezione Cannes Classics "To Live and Die in L.A" del 1985 in versione restaurata.