È quanto ha deciso la Corte di Cassazione nei confronti di Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro. Ilaria Cucchi: «Messa la parola fine, è stato ucciso di botte»
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La Cassazione ha condannato a 12 anni, un anno in meno rispetto alla sentenza di appello, i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, accusati di omicidio preterintenzionale in relazione al pestaggio e alla morte di Stefano Cucchi. Lo hanno deciso i giudici della Quinta sezione penale della Suprema Corte dopo una camera di consiglio durata 5 ore. Per i due carabinieri condannati si apriranno le porte del carcere.
Per Di Bernardo e D’Alessandro i supremi giudici hanno riconosciuto valida la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Roma che li aveva condannati a 12 anni. Ci sarà un processo di appello bis per il reato di falso nei confronti dei carabinieri Roberto Mandolini e per Francesco Tedesco, condannati in appello a 4 e a 2 anni e mezzo. Lo ha deciso la Cassazione, per questo reato però il rischio di prescrizione è imminente, a maggio
«A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di coloro che ce l’hanno portato via. Devo ringraziare tante persone, il mio pensiero in questo momento va ai miei genitori che di tutto questo si sono ammalati e non possono essere con noi, va ai miei avvocati Fabio Anselmo e Stefano Maccioni e un grande grazie al dottor Giovanni Musarò che ci ha portato fin qui», ha detto Ilaria Cucchi dopo la sentenza. «Finalmente è arrivata giustizia dopo tanti anni almeno nei confronti di chi ha picchiato Stefano causandone la morte». Queste le parole di Rita Calore, madre di Stefano Cucchi, riportate dal suo legale Stefano Maccioni.