Giulia voleva diventare una grafica pubblicitaria. Ma la vita le ha riservato una brutta sorpresa quando ha scoperto di avere un raro tumore alle ossa che l'ha costretta a sottoporsi all'amputazione di una gamba. Nonostante la malattia, Giulia non ha mai perso la speranza di realizzare il suo obiettivo. Ma il sistema scolastico ha negato la sua richiesta di iscrizione in due scuole di grafica di Milano, lasciandola senza alcuna possibilità di studiare ciò che amava. Giulia ha passato gli ultimi momenti della sua vita a completare l'anno scolastico con i docenti presenti nel reparto di oncologia pediatrica dell'Istituto tumori di Milano, ma è morta, a 14 anni, senza mai vedere il suo sogno concretizzarsi.

«Con grande tristezza nel cuore mi chiedo come sia stato possibile che una ragazza sia morta senza potersi pensare neanche per un istante a settembre, con i suoi amici e compagni, a studiare quello che amava, grafica», dice Luca Pellizzer, coordinatore del Comitato genitori dell’oncologia pediatrica, che affiancava la famiglia nelle pratiche per l’iscrizione alle superiori.

La sua morte ha colpito duramente tutti coloro che l'hanno conosciuta. Il coordinatore del Comitato genitori dell'oncologia pediatrica, Luca Pellizzer, non riesce ancora a credere che una giovane così coraggiosa e determinata abbia dovuto subire una tale ingiustizia. «Mi chiedo – riflette Pellizzer – come sia possibile a Milano e in Lombardia nel 2023 non poter garantire a una persona disabile di andare a scuola nonostante l'articolo 34 della Costituzione affermi che "la scuola è aperta a tutti"». Giulia è diventata il simbolo di come i diritti delle persone con disabilità e il diritto allo studio non siano ancora garantiti, nonostante le leggi e le normative in vigore.

La famiglia di Giulia è distrutta dal dolore e dalla delusione. Dopo tutto quello che hanno vissuto con lei dentro e fuori gli ospedali, non si aspettavano di dover affrontare anche il calvario dell'iscrizione a scuola della figlia. Ma il sistema scolastico ha fallito miseramente nel garantire i diritti di Giulia e di molti altri giovani con disabilità.

 La speranza è che i 57,55 milioni del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) assegnati alla Lombardia per progetti di inclusione sociale delle persone con disabilità possano finalmente porre fine a questa ingiustizia. Giulia non c'è più, ma ci auguriamo che i ragazzi e le ragazze come lei possano finalmente realizzare i propri sogni e avere accesso all'istruzione che meritano. La vita è già abbastanza difficile per chi deve affrontare una malattia pediatrica, non dovrebbe essere resa ancora più difficile dal sistema scolastico che nega loro il diritto di studiare ciò che amano.