Il pontefice ha parlato in conferenza stampa durante il volo che lo riportava a Roma da Marsiglia: «Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza. Ascoltiamo il loro grido di dolore»
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«C'è un grido di dolore che più di tutti risuona e che sta tramutando il mare nostrum in mare mortuum, il Mediterraneo da culla della civiltà a tomba della dignità. È il grido soffocato dei fratelli e delle sorelle migranti».
Papa Francesco ha parlato con i giornalisti durante il volo che lo ha riportato a Roma, dopo aver chiuso a Marsiglia i Rencontres Méditerranéennes, alla presenza del presidente Emmanuel Macron.
«I migranti vanno accolti, accompagnati, non mandati indietro nei lager, come palline da ping pong - ha continuato il pontefice - lì sono schiavi, è il regno del terrore».
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Papa Francesco ha parlato di come le parole usate dalla politica siano fuorvianti e non permettano di capire un fenomeno complesso come quello delle migrazioni: «Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza - ha detto - Il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà».
Il pontefice ha risposto anche ad alcune domande sulla guerra in Ucraina: «Non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo, dobbiamo aiutare a risolvere le cose nel modo più realistico possibile - ha detto ai giornalisti - nelle guerre il reale è il possibile, non l'illusione che domani i due leader in guerra vanno a mangiare insieme. Adesso ho visto che qualche Paese si tira indietro, che non dà le armi, comincia un processo dove il martire sarà il popolo ucraino. Certamente questa è una cosa brutta».