Notizie pubblicate dalla stampa locale nel 2021 avevano allertato i giudici che avevano acquisito i documenti sulla situazione dell'opera. L'assessore veneziano alla Mobilità conferma le preoccupazioni degli anni scorsi, intanto dimesso il primo dei 15 feriti nell'incidente
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
Gran parte della documentazione sul pessimo stato del cavalcavia di Mestre in cui è avvenuto l'incidente del pullman, costato la vita a 21 persone, si trovava già in Procura a Venezia da più di un anno. Il materiale - scrive il Gazzettino - era stato acquisito dagli uffici giudiziari in base ad articoli di stampa che riportavano il grave stato del manufatto e le dichiarazioni dell'assessore ai lavori pubblici, Renato Boraso, che richiedeva un intervento urgente sulla struttura stradale. Non si conosce al momento se la Procura, analizzati gli incartamenti, avesse assunto qualche ulteriore iniziativa.
La tragedia | Strage di Mestre, tutte identificate le 21 vittime. Guardrail vecchio e senza un pezzo, indagini in corso
Lo riferisce anche un altro quotidiano locale, La Nuova Venezia, secondo cui furono notizie pubblicate sulla stampa già del 2021 ad allertare la Procura di Venezia sullo stato del cavalcavia superiore di Mestre (il cosiddetto cavalcavia della Vempa), facendo acquisire ai magistrati le carte sul manufatto, dove martedì è precipitato il pullman di turisti. I magistrati, successivamente, avevano acquisito dal Comune di Venezia tutte le carte relative alla situazione statica del cavalcavia, e ai progetti per il consolidamento e ristrutturazione, compresi quelli sul rifacimento delle protezioni laterali. Non un'inchiesta vera e propria, spiega il quotidiano, ma un atto 'esplorativo', del quale lo stesso Comune non avrebbe però saputo altro.
L'assessore alla mobilità conferma preoccupazioni
«Non sono a conoscenza se dal 2021 vi sia un fascicolo in Procura, ma confermo che le preoccupazioni sullo stato di salute di quel cavalcavia hanno portato gli uffici della Viabilità a lavorare intensamente, finché oggi è palese un cantiere aperto per la messa in sicurezza, dal 4 settembre», commenta l'assessore veneziano alla mobilità, Renato Boraso. «La messa in sicurezza - ha ribadito Boraso all'Ansa - e la posa di un guardrail nuovo è un lavoro complesso: devo avere una banchina a norma, quella esistente va allargata e rinforzata, ed è quello che già si stava facendo, nella prima parte del cavalcavia. Purtroppo, in Italia i passaggi formali sono così tanti che solo con il commissariamento si accelerano le opere pubbliche. Sui temi della sicurezza di ponti, strade, ma anche di edifici pubblici, dobbiamo trovare formule procedurali tali che in un anno si possa appaltare un'opera».
Sulla partenza dei lavori - che erano stati approvati in Giunta nel 2018 - per Boraso «abbiamo avuto anche la sfortuna del Covid, che per mesi ha rallentato tutto. Si faranno tutte le valutazioni tecniche su un'opera di messa a norma della banchina e della massicciata di un cavalcavia che, ricordo, è del 1968. Oggi rispondo io del lavoro dei miei uffici, che governano 1.200 chilometri di strade comunali, ma so anche - ha concluso - che qualcun altro non ha fatto nulla per anni».
La tragedia | Dalla gioia al dramma, sul bus di Mestre anche una coppia in luna di miele: lei incinta è morta, lui è ferito
Dimesso il primo ferito, 14 i ricoverati in ospedale
Intanto è stato dimesso dall'ospedale di Mestre il primo dei feriti nell'incidente del bus. Si tratta di un cittadino tedesco di 28 anni, le cui condizioni erano migliorate negli ultimi giorni. È il padre di Charlotte Nima Frommherz, la bimba tedesca di un anno e 5 mesi che è la vittima più piccola della tragedia. Resta ancora ricoverata invece la madre di 27 anni, in cura nel reparto di terapia intensiva. Lo riferisce la Regione Veneto. Si registra un lieve miglioramento rispetto a ieri per un altro paziente tedesco, di 33 anni, ricoverato all'ospedale di Treviso, le cui condizioni nei giorni sorsi erano risultate critiche. In costante miglioramento anche una paziente ucraina 33enne ricoverata in Terapia intensiva a Treviso. La situazione degli altri pazienti risulta invariata rispetto alle comunicazioni diffuse ieri. Attualmente risultano ricoverati presso gli ospedali del Veneto 14 pazienti; nove di loro (8 adulti e un minorenne) sono in terapia intensiva, quattro in chirurgia, uno in pediatria. A Mestre, dei 4 pazienti rimanenti dopo la dimissione odierna, tre ucraini e uno tedesco, uno è ancora in condizioni critiche, due in condizioni discrete e uno in decorso regolare. A Dolo un paziente francese è in decorso regolare. Stessa condizione per un croato ricoverato a Mirano. A Treviso, dei 5 pazienti - tre tedeschi, uno spagnolo e un'ucraina - quattro sono in decorso regolare; uno è in lieve miglioramento. A Padova le 3 pazienti - due donne ucraine e una spagnola - sono ancora in condizioni critiche.
La Regione del Veneto si farà carico delle spese per l'acquisto delle bare e per il rimpatrio delle salme delle 21 vittime dell'incidente del bus di Mestre. Il presidente regionale Luca Zaia disposto lo stanziamento, con fondi regionali, per le operazioni di chiusura delle bare, in corso all'obitorio dell'ospedale di Mestre.