Il pontefice durante la celebrazione nella Basilica di San Pietro: «Il nostro cuore stasera è a Betlemme». Intanto la moglie del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha scritto al Santo Padre
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
È stato il conflitto in Medio Oriente uno dei punti significativi toccati da papa Francesco durante l'omelia della messa in San Pietro nella Notte di Natale. «Il nostro cuore stasera è a Betlemme - ha detto -, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo».
Evocando «il contesto nel quale Gesù nasce» e l'allora «censimento di tutta la terra», Francesco ha ricordato che «mentre l'imperatore conta gli abitanti del mondo, Dio vi entra quasi di nascosto; mentre chi comanda cerca di assurgere tra i grandi della storia, il Re della storia sceglie la via della piccolezza. Nessuno dei potenti si accorge di Lui, solo alcuni pastori, relegati ai margini della vita sociale». Il Pontefice ha messo in guardia dal «rischio di vivere il Natale avendo in testa un'idea pagana di Dio, come se fosse un padrone potente che sta in cielo; un dio che si sposa con il potere, con il successo mondano e con l'idolatria del consumismo».
Intanto, Sarah Netanyahu, moglie del premier israeliano Benyamin Netanyahu, ha scritto una lettera a papa Francesco chiedendo il suo «personale intervento» per la situazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas a Gaza. «Sua Santità - ha scritto -, le chiedo un suo personale intervento in questo tema. La prego di usare la sua influenza per chiedere il rilascio senza condizioni e senza indugio».
«Le chiedo anche - ha aggiunto - di fare appello alla Croce Rossa di visitare tutti gli ostaggi e consegnare loro medicine vitali. Il suo intervento - ha spiegato - potrebbe far pendere l'ago della bilancia e salvare vite preziose».