Il sottosegretario alla Salute: «Molte persone decedute avevano altre comorbidità e bisogna capire quale sia la causa principale del decesso»
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Dopo L'1 maggio «nei luoghi di lavoro non è previsto l'obbligo di mascherina, ma in alcune realtà ci sono protocolli che comunque ne prevedranno l'uso». Lo ha detto su Rai Radio 1 il sottosegretario alla Salute Andrea Costa specificando per esempio che «nei supermercati, dal punto di vista normativo, non esiste più obbligo, ma ci può essere la sigla di una grande azienda che, attraverso un protocollo condiviso con associazioni datoriali e di categoria, continuerà a prevedere la mascherina. Ma questa è una scelta, non è dettata da un obbligo».
Le mascherine
Il governo ha scelto la gradualità: «col primo maggio si archivia la stagione del Green pass, abbiamo previsto il prolungamento dell'uso delle mascherine in alcune situazioni fino al 15 giugno. Dopo di ché, se il quadro lo permetterà, allenteremo ulteriormente, eliminando l'obbligo in ogni luogo e situazione». «Per ora - ha aggiunto - riteniamo che i luoghi di trasporto siano luoghi in cui mantenere ancora la mascherina» mentre «sulla scuola non ci sono novità rispetto al precedente decreto, l'obbligo è stato mantenuto fino alla fine dell'anno scolastico». L'obiettivo di questo iter, ha concluso, «non è avere contagi zero» ma «è una convivenza col virus che non provochi più pressione sugli ospedali, per fare in modo che tornino a svolgere la loro normale funzione».
Smart work per fragili
Altro passaggio ha riguardato lo smart working per persone fragili: «Esprimo profonda soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento che proroga fino al 30 giugno il regime di tutela per i lavoratori fragili pubblici e privati. La misura, fortemente sostenuta dal ministro Speranza, che ringrazio per la grande disponibilità e sensibilità, non sarebbe stata possibile senza le risorse stanziate dal ministro della Salute. Era fondamentale garantire ai lavoratori vulnerabili la possibilità di continuare a svolgere le proprie occupazioni in totale sicurezza».
I morti per Covid
Parlando dei morti, il sottosegretario ha ravvisato la necessità di approfondire meglio le cause «perché è indubbio che alcuni dei deceduti erano cittadini positivi ma avevano altre comorbidità e bisogna capire quale sia la causa principale del decesso». «La maggioranza di coloro che perdono ancora la vita per il Covid - ha ribadito - sono persone che non si sono vaccinate o anziani con altre malattie, per i quali abbiamo previsto la quarta dose, proprio perché la difesa immunitaria si riduce per le altre patologie che già hanno».