Il 22enne reo confesso durante l'interrogatorio durato 9 ore ha detto ci voler «pagare e scontare la pena per le mie responsabilità di un omicidio terribile»
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
L’ultimo saluto a Giulia Cecchettn verrà dato martedì 5 dicembre, alle 11, con la cerimonia funebre prevista nella Basilica di Santa Giustina. Lo si legge nelle epigrafi già affisse stamane a Vigonovo, il paese di Giulia. Il nulla osta della Procura al rilascio della sala alla famiglia, dopo l'autopsia di ieri, è atteso in queste ore. Santa Giustina è una chiesa capace di ospitare migliaia di persone, affacciata su Prato della Valle, una piazza vastissima che permettere a molti di seguire la cerimonia, su maxi schermi, anche all'esterno della basilica.
L’autopsia
È durata in totale 14 ore l'autopsia sul corpo di Giulia. L'esame, iniziato venerdì alle 9.30, è terminato alle 23.40. Lo si apprende da fonti qualificate. Una durata, si spiega, dovuta alla complessità e al gran numero di accertamenti tramite i quali i periti hanno risposto ai quesiti della Procura.
Le cause della morte di Gulia - viene sottolineato dalle fonti - vanno riferite in ogni caso alla lesività delle coltellate ricevute dalla giovane, non tanto al numero dei fendenti o ai traumi, come quello cranico, riportato da Giulia cadendo a terra nella zona industriale di Fossò, nella parte finale dell'aggressione da parte di Turetta. Sul corpo di Giulia l'esame non avrebbe rivelato tracce evidenti, né sulla bocca né sulle mani, di legature con lo scotch. Un pezzo di nastro adesivo - che Filippo aveva acquistato on line prima dell'omicidio - era stato rinvenuto, con tracce di capelli, nella zona della seconda aggressione compiuta da Turetta sabato 11 novembre.
Quanto agli altri traumi vi sarebbe conferma di una frattura cranica sulla vittima, dovuta alla caduta a terra di Giulia, sempre a Fossò, causata dalla furia dell'indagato. Questa ferita però non sarebbe stata da sola determinante nel decesso, avvenuto per dissanguamento.
Terribile fine | Giulia Cecchettin morta dissanguata dopo più di 20 coltellate, interrogatorio fiume per Filippo Turetta
Turetta al pm: «La volevo per me»
«L'amavo, la volevo per me, non accettavo che fosse finita». È questo il senso delle parole che avrebbe detto al pm Filippo Turetta nel corso dell'interrogatorio di ieri durato nove ore. Il 21enne, come già fatto nelle dichiarazioni al gip, avrebbe affermato di voler «pagare e scontare la pena per le mie responsabilità di un omicidio terribile».