Licenziato per aver sottratto della merce dagli scaffali del supermercato nel quale lavorava: una scamorza e sei uova, per un totale di 7,05 euro. A raccontare la vicenda è un articolo della Stampa a firma di Claudia Luise. Protagonista un 60enne, vicino alla pensione, impiegato nella grande distribuzione da 35 anni.

All’origine del gesto ci sarebbe una situazione familiare difficile: una moglie con seri problemi di salute e diversi debiti diventati con il tempo sempre più pesanti. «Appare particolarmente grave che lei abbia deliberatamente prelevato dagli scaffali di vendita alcune referenze per un valore complessivo di 7,05 euro e sia poi uscito dal negozio senza provvedere al pagamento delle stesse», scrive l’azienda nella lettera di licenziamento.

A poco sono servite le scuse dell’uomo, che racconta di aver «perso la testa» e ha subito ammesso le sue responsabilità dopo essere stato scoperto. «Considerati violati gli obblighi generali di correttezza, diligenza e buona fede, ritenuto venuto meno l’elemento fiduciario, avendo abusato della sua posizione all’interno dell’organizzazione a proprio indebito vantaggio e a danno della società, le comunichiamo la risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa», conclude la comunicazione dell’azienda.

Il sessantenne dice di essere costretto a vivere con 200 euro, avendo un mutuo da pagare e una moglie, insegnante precaria, che dopo un grave incidente d’auto necessita di cure per le quali ha dovuto chiedere un finanziamento.

«Mi scuso per quanto accaduto, sono consapevole dell’errore commesso. Vivo una situazione di vita privata ed economica ai limiti del sostenibile», ha dichiarato nel verbale di audizione. Dalla sua parte il sindacato, che ha fatto sapere che impugnerà il licenziamento: «Non ci fermiamo davanti a questa vera ingiustizia in difesa della sua dignità di uomo prima e lavoratore dopo».