Il caso è stato affrontato dopo la richiesta di una coppia omosessuale con figli nati da maternità surrogata in Canada
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In Italia le coppie omosessuali composte da due padri e che hanno avuto un figlio nato da maternità surrogata all’estero, non possono ottenere l’atto di ricoscimento all’anagrafe. E’ quanto stabilito dalle Sezioni Unite della corte di Cassazione, che nel caso specifico suggerisce l’adozione particolare, che agisce a “tutela della gestante e dell’istituto d’adozione”.
La sentenza della cassazione 12193, resa pubblica nella giornata odierna, spiega che "non può essere trascritto nei registri dello stato civile italiano il provvedimento di un giudice straniero con cui è stato accertato il rapporto di filiazione tra un minore nato all'estero mediante il ricorso alla maternità surrogata ed un soggetto che non abbia con lo stesso alcun rapporto biologico, il cosiddetto genitore d'intenzione".
I motivi dell'attenzione sul caso
La questione è stata portato all’attenzione della Cassazione a seguito di un caso esaminato dalla Corte d’appello di Trento nel febbraio 2017, che aveva concesso il via libera alla trascrizione in Italia dell’atto di genitorialità del secondo papà di due bimbi nati in Canada e firmato dalla Corte di Giustizia dell’Ontario. L’atto si basava sull’interesse superiore del minore.
Lo scorso Novembre, in un’udienza fissata a seguito dei ricorsi presentati dal ministero dell’Interno e dal sindaco di Trento, la procura generale della Cassazione ha chiesto l’annullamento della sentenza italiana. Posizione evidentemente condivisa dalle sezioni unite.
I bimbi, nati in Canada nel 2010 con fecondazione assistita, sono un maschio e una femmina. In Ontario, tramite “gestazione per altri” le coppie omosessuali possono diventare genitori, non riconoscendo qualità genitoriale alla “gestante”.
I due papà, sposati in Canada nel 2008, sono cittadini italiani e hanno ottenuto la genitorialità del secondo papà, sperando che il verdetto potesse essere confermato anche in Italia.
E’ la prima volta in Italia che la Cassazione si trova a dover affrontare una vicenda del genere. Proprio per la sua “complessità e rilevanza”, i giudici della prima sezione civile, a seguito dell’ordinanza del febbraio 2018, hanno trasmesso gli atti al primo presidente della Corte perché ne valutasse la trattazione del caso davanti alle sezioni unite.