Il ragazzo con il cognome italiano è un aspirante attore dell’Arizona che si fa chiamare lo sciamano di QAnon, pericolosa teoria cospirazionista di estrema destra. Dopo la violenta manifestazione, Joe Biden è stato proclamato presidente
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Tra i sostenitori del presidente Donald Trump che hanno fatto irruzione nel Congresso degli Stati Uniti, uno è Jake Angeli, un sostenitore di QAnon, il cui volto è stato un appuntamento fisso nelle manifestazioni politiche di destra dell'Arizona durante l'ultimo anno.
Vestito da vichingo, cappello con le corna e la pelliccia e la faccia dipinta, nelle foto arrivate da Washington si vede il 32enne in mezzo ai manifestanti che hanno preso d'assalto l'edificio, facendo sì che entrambe le camere sospendessero la certificazione dei risultati delle elezioni presidenziali che il 3 novembre hanno consegnato la presidenza al democratico Joe Biden. In una delle immagini si vede Angeli sul palco del Senato degli Stati Uniti posare per una foto flettendo il braccio destro; alla sua sinistra teneva una lancia dalla quale pendeva una bandiera degli Stati Uniti (foto ansa).
Chi è Jake Angeli e la teoria QAnon
Ma chi è Jake Angeli? Il ragazzo con il cognome italiano diventato uno dei volti dell’assalto di Washington è un aspirante attore dell’Arizona che si fa chiamare "lo sciamano di QAnon", la teoria cospirazionista di estrema destra secondo la quale esisterebbe un'ipotetica trama segreta – disposta da una rete di pedofili - organizzata da alcuni poteri occulti che agirebbe contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i suoi sostenitori.
In un'intervista del 2020 con The Arizona Republic, Angeli ha detto che indossa il berretto di pelliccia, si dipinge il viso e va in giro senza maglietta con pantaloni laceri per attirare l'attenzione. Quindi, ha spiegato che il suo compito è quello di spiegare alle persone le sue convinzioni su QAnon e altre verità che dice rimangono nascoste.
Biden proclamato presidente
Intanto il Congresso ha proclamato Joe Biden e Kamala Harris presidente e vicepresidente degli Stati Uniti al termine della seduta del Congresso a camere riunite per certificare i voti del collegio elettorale, vinto dal ticket dem con 306 voti contro i 232 di quello repubblicano. Il parlamento ha respinto alcune contestazione avanzate da esponenti repubblicani.
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