Oltre 210 i feriti lungo la strada che porta al cimitero di Kerman, dove migliaia di pellegrini si recavano a rendere omaggio alla tomba di Soleimani. Gli americani respingono qualsiasi sospetto su Israele
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È una strage di civili dalle proporzioni sconvolgenti quella che ha colpito l'Iran, preso di mira da due esplosioni mentre sono al culmine le tensioni con gli Usa e Israele per il conflitto mediorientale. Sale infatti il bilancio delle vittime: almeno 103 i morti e oltre 210 i feriti lungo la strada che porta al cimitero di Kerman, nel sud-est del Paese, dove si recavano con altre migliaia di pellegrini a rendere omaggio alla tomba di Qassem Soleimani, il comandante della Forza Qods dei Pasdaran e nemico numero 1 dello Stato ebraico, ucciso esattamente quattro anni fa in un raid americano all'aeroporto di Baghdad.
Attentato | Iran, esplosioni vicino la tomba di Soleimani: almeno 53 vittime
Le autorità iraniane parlano di attacco «terroristico» - finora non rivendicato da nessuno - ma si astengono dall'individuare esplicitamente un colpevole. Attentati come questo hanno già insanguinato il Paese nel corso degli anni e sono stati rivendicati da vari gruppi: dall'Isis ai separatisti del Baluchistan, a quelli arabi del sud. Il servizio segreto israeliano Mossad è stato invece accusato da Teheran di uccisioni mirate di scienziati nucleari e responsabili militari sia in Iran sia all'estero. L'ultimo caso è quello di Seyed Razi Mousavi, generale dei Pasdaran colpito a morte il 25 dicembre in Siria. La duplice esplosione di Kerman è avvenuta inoltre all'indomani dell'attacco a Beirut in cui è stato ucciso il numero 2 di Hamas Saleh al-Arouri.
Ma a respingere qualsiasi sospetto su un'eventuale mano di Israele nella strage di oggi, sono intervenuti subito gli americani: «Non ci sono informazioni indipendenti su quanto accaduto in Iran, è troppo presto per fare valutazioni ma non abbiamo alcun motivo di pensare che Israele sia coinvolto», ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa, Matthew Miller, escludendo anche qualsiasi coinvolgimento degli Usa nell'episodio.
Gli «odiosi criminali» dietro al duplice attentato di Kerman avranno una «risposta severa» e la «giusta punizione», ha detto la guida suprema iraniana, Ali Khamenei, accusando genericamente quelli che ha definito «i nemici diabolici della nazione iraniana».
Il presidente Ebrahim Raisi - che ha cancellato la prevista visita in Turchia - ha affermato che i colpevoli saranno «presto identificati e puniti» e che «i nemici della nazione devono sapere che queste azioni non potranno mai spezzare la solida determinazione della nazione iraniana».
La risposta iraniana sarà «forte e distruttiva e nel più breve tempo possibile», ha avvertito il ministro dell'Interno, Ahmad Vahidi, sottolineando comunque che le indagini sono ancora in corso per identificare i colpevoli. Il ministro ha fatto sapere che la maggior parte delle vittime sono morte nella seconda esplosione, quando le persone sono accorse per soccorrere i feriti nella prima.
La condanna dell’Onu e dell’Ue
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha «condannato con forza» l'attacco. Anche la Ue ha stigmatizzato «con la massima fermezza» questo «atto di terrore» e ha espresso la propria «solidarietà al popolo iraniano».
Durissima, anche se più scontata vista la vicinanza all'Iran, anche la reazione del presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale «le uccisioni di civili mentre visitano un cimitero sono scioccanti per crudeltà e cinismo». «Condanniamo con forza il terrorismo in ogni sua forma e manifestazione e riaffermiamo il nostro impegno a combattere senza compromessi questo male», ha aggiunto Putin.
Da parte sua il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è detto «profondamente rattristato per l'atroce attacco terroristico».