Il secondo voto sulle modifiche dello statuto del Movimento 5 Stelle conferma ancora una volta la linea di Giuseppe Conte. Circa il 65% degli iscritti, un numero che supera di quasi 4000 unità quello della prima votazione, ha sostenuto la riforma, segnando una chiara volontà di rinnovamento rispetto al passato. Oltre l’80% ha votato per l’eliminazione della figura del garante, facendo così fuori Beppe Grillo. L'ex premier ha sottolineato con decisione che si tratta di un cambio di pagina importante.

«Andiamo avanti con grande forza - dice l'ex premier commentando il responso delle urne - con l'orgoglio di quel che abbiamo fatto ma lo sguardo fisso nel futuro. Abbiamo una passione immensa e tante battaglie da fare tutti insieme per cambiare il Paese».

Questo risultato arriva dopo che Beppe Grillo aveva contestato l’esito della prima tornata, con il voto che sancisce la fine della figura del garante, ruolo che fino ad oggi era stato ricoperto dal comico ligure. Il risultato dimostra ancora una volta l’intenzione degli iscritti di ridefinire il Movimento.

A differenza delle prima consultazione, la base del Movimento è stata richiamata ad esprimersi solo sulle modifiche statutarie come appunto il ruolo del garante, quello del presidente, la modifica del simbolo.

Sebbene il risultato non sia sorprendente, il Movimento interpreta questa vittoria come una conferma della linea che Conte aveva auspicato. A nulla sono serviti gli appelli di Grillo, che aveva cercato di boicottare il voto, incluso un appello a rifiutare il cambiamento proposto.

Questa seconda consultazione, che ha riguardato esclusivamente alcune modifiche statutarie (dal ruolo del garante al presidente, fino alla modifica del simbolo), conferma a livello ufficiale che le redini del M5S sono ora saldamente nelle mani di Conte. Tuttavia, la controversia con Grillo sembra destinata a non placarsi. Quest'ultimo, nei giorni precedenti, aveva dichiarato che il Movimento 5 Stelle così come lo aveva concepito era ormai morto, lasciando intendere l’intenzione di avviare una nuova iniziativa, ma il leader del M5s lo ha accusato di voler tornare a una gestione «monarchica», distaccandosi dalla realtà del Movimento. Conte ha sottolineato che la base del Movimento ha scelto di rifiutare una simile gestione autoritaria, preferendo una struttura più democratica.

La disputa, in particolare sulla proprietà del simbolo del Movimento, resta irrisolta. Per Conte, la questione è chiusa: il simbolo appartiene agli iscritti. Tuttavia, Grillo potrebbe decidere di avviare una battaglia legale per rivendicarne la proprietà, come suggerito nelle scorse settimane.

Il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha definito la vicenda «patetica» e messo in dubbio la veridicità delle consultazioni, accusando il Movimento di manipolare i numeri. A queste affermazioni ha risposto con fermezza la senatrice M5S Elisa Pirro, ricordando che Gasparri, grazie alle leggi elettorali che ha contribuito a creare, non ha mai ricevuto una preferenza diretta dal popolo e che le sue critiche non hanno fondamento.