I tentacoli della camorra sul Ponte Morandi, o meglio, su ciò che ne è rimasto: è quello che emerso dalle indagini della Direzione investigativa antimafia di Genova che ha eseguito, in Liguria e in Campania, due ordinanze di custodia cautelare nei confronti dell'amministratore di fatto - ritenuto contiguo ad elementi inseriti in organizzazioni camorriste - della Tecnodem srl di Napoli (società già impegnata nella demolizione del ponte Morandi) e di una donna considerata prestanome della stessa società. Nel crollo del viadotto, avvenuto il 14 agosto scorso, si ricorderà,  morirono 43 persone.


Sequestri e perquisizioni

Sono inoltre in corso perquisizioni e sequestri preventivi, nell’ambito dell’operazione ribatezzata “Var”. I provvedimenti traggono origine da un’articolata indagine, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo ligure e condotta dalla Dia, che - sulla base dei primi accertamenti di carattere amministrativo - aveva già portato all'emissione nello scorso mese di maggio di una interdittiva a carico della azienda che era stata così estromessa da un subappalto di 100 mila euro, relativo appunto alla demolizione del ponte Morandi. L'esecuzione delle misure cautelari personali e patrimoniali procede d'intesa con la Dda di Napoli.

La risoluzione del contratto

Come previsto dal Protocollo sottoscritto dal commissario per la Ricostruzione Marco Bucci e il prefetto di Genova Fiamma Spena, dato il provvedimento interdittivo adottato dalla Prefettura nei confronti dell’impresa Tecnodem, «la Struttura commissariale - informano i commissari - ha provveduto a chiedere l’immediata risoluzione del contratto in essere con l’affidataria all’Ati di demolizione, di cui la stessa azienda era un subappalto».

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