Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è salito al Quirinale per riferire sulle decisioni del Consiglio dei ministri di ieri e sullo stato dei rapporti della coalizione. Il presidente Mattarella ha sottolineato la necessità di uscire velocemente da questa condizione di incertezza, a fronte dell'allarmante situazione causata dalla pandemia. Lo si è appreso al Quirinale.

Il premier Giuseppe Conte era salito al Colle, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per un incontro interlocutorio che però potrebbe aprire uno spiraglio per evitare la crisi di governo.

Dopo l'astensione delle ministre Iv sul Recovery e in vista della conferenza stampa di Matteo Renzi oggi alle 17,30, Pd e M5s stanno cercando in extremis di impedire la rottura con contatti e appelli alla responsabilità rivolti sia a Conte sia a Matteo Renzi. «Si faccia di tutto per riprendere il dialogo, il confronto nella maggioranza, per trovare una soluzione alla crisi», chiede il leader Pd Nicola Zingaretti convinto che sia ancora possibile rilanciare l'azione di questo esecutivo con un nuovo patto di maggioranza.

Anche Beppe Grillo indossa le vesti da paciere proponendo un «patto ai partiti» su Facebook: «Stiliamo insieme un patto tra tutti i partiti e lavoriamo per la ricerca di un obiettivo condiviso che altro non può essere che la ricerca del bene comune per il Paese. Lavoriamo uniti» e «cambiamo la nostra prospettiva di ricerca di quello che può essere utile al singolo individuo e raccogliamo l'esortazione che ci indirizza il Presidente Mattarella di diventare costruttori mettendo al primo posto il bene comune dell'Italia».

E se in mattinata il ministro della Salute Roberto Speranza, nell'aula di Montecitorio, conferma che «l'epidemia è ancora in fase espansiva» chiedendo di tener «fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani», il premier Conte ieri era stato piuttosto deciso nel mettere in guardia Renzi: se Italia Viva si sfila ora dal Governo basta, non sarà più possibile farla rientrare in un prossimo eventuale nuovo esecutivo.  

Intanto si fanno sempre più insistentii le voci di possibili "responsabili" pronti a prendere il posto di Iv al Senato: si accredita l'uscita di 4 senatori dal gruppo di Renzi e ben 8 da Forza Italia. Anche se non si esclude che qualcuno dei renziani alla fine possa divergere dalle posizioni del gruppo. Sul punto interviene anche Clemente Mastella chiamato più volte in causa da Renzi in questi giorni: «I responsabili? Qualcuno ce n'è, non so se in numero sufficiente, ma sono più di qualche unità, forse anche più di cinque...». Esiste davvero l'idea di un governo Conte-Mastella, come sostenuto da Renzi? «Io non ne so niente, lo saprà lui, che vi devo dire. Lui mi cita per prendermi in giro, perché vuole svilire l'operazione di Conte. I Responsabili sono come l'amante: quando si scopre devi dargli dignità. Sono meno del necessario perché se non dai loro dignità politica rimangono nascosti». Alla domanda sul numero esatto dei senatori disposti a sostenere Conte, Mastella ha risposto evasivamente: «Non lo so, dipende se gli si dà dignità, non so se rimangono dormienti o si svegliano...».

Ora che è stato messo un punto sul Recovery, lo scontro si sposta ancora una volta sul Mes con le ministre renziane che definiscono "incomprensibile" la rinuncia al fondo salva-Stati e lamentano ritardi sulle urgenze del Paese e sui nuovi ristori. «Il Mes non è compreso nel Next Generation, non è questa la sede per discutere il punto», è la replica di Conte, che invita a «non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l'attivazione del Mes», con «un accostamento che offende la ragione e anche l'etica».