Il premier Conte ha chiesto al M5S e al Pd di presentare entro oggi la lista dei nomi ma i pentastellati non avrebbero ancora trovato la propria squadra. Probabile uno slittamento rispetto al Consiglio dei ministri alle 15
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Il nuovo governo stenta a decollare: all’interno della nuova maggioranza è scontro sui 42 sottosegretari da nominare. Ed è corsa contro il tempo per il Movimento 5 stelle e Pd per chiudere entro oggi la lista di viceministri e sottosegretari del governo, come chiede il premier Conte. Gli ambasciatori pentastellati e dem si sono incontrati in serata, per tentare di portare un elenco di nomi più o meno completo al premier in tempo per il Consiglio dei ministri convocato alle 15. Ma i Dem sono pessimisti: «Noi siamo pronti ma i Cinque stelle no». «Noi vorremmo accelerare ma gli altri vogliono più tempo», dice Leu.
Il nodo da sciogliere sarebbe quello legato ai problemi interni al Movimento sulla squadra dei sottosegretari, che rischiano di far slittare la nomina. Il M5s, viene spiegato da diverse fonti, non avrebbe ancora trovato la propria quadra e il meccanismo delle rose di candidati avrebbe creato forti tensioni tra i pentastellati. Di qui i problemi a consegnare, come chiesto da Conte da Bruxelles i nomi in tempo per il vertice con il Pd in programma oggi. La fretta nasce da un'esigenza stringente: senza i sottosegretari il lavoro del governo non può davvero iniziare.
I nodi da sciogliere tra M5s e Pd
Un braccio di ferro è in corso tra M5s e Pd su due deleghe pesanti del ministero dello Sviluppo: Telecomunicazioni ed Energia, che nel vecchio governo aveva tenuto Di Maio. Per le Tlc i Dem vorrebbero Antonello Giacomelli (che potrebbe anche guidare l'Agcom) e per l'Energia l'assessore laziale Gian Paolo Manzella, esperto d'innovazione. Ma i 5 stelle reclamano per sé entrambe le deleghe: all'Energia vorrebbero Dario Tamburrano, le tlc dovrebbe tenerle Patuanelli. L'intesa - sostiene qualcuno - potrebbe essere Energia al Pd e tlc al M5s, mentre l'Editoria andrebbe al Pd. Il sottosegretario all'Editoria fa capo alla presidenza del Consiglio, dunque sarebbe una presenza Dem a Palazzo Chigi: è anche questa la ragione per cui circola come nome più quotato quello del coordinatore della segreteria, Andrea Martella.
Per il M5s 22 o 23 sottosegretari
Il M5s dovrebbe avere tra i 22 e i 23 sottosegretari e il metodo delle rose di nomi indicati dalle commissioni avrebbe portato a grandi litigi, come alla Esteri (i contendenti M5s sarebbero Di Stefano, Del Re, Lucidi e Pacifico), dove i senatori hanno disertato la riunione. Lo scontro per l'Economia dovrebbe risolversi con la nomina di Laura Castelli e Stefano Buffagni (e la delusione di Alessio Villarosa). L'ex ministro Elisabetta Trenta potrebbe diventare viceministro agli Interni e Barbara Lezzi sarebbe disposta a tornare da sottosegretario nel ministero che guidava. Poi si citano Giancarlo Cancelleri ai Trasporti, Lucia Azzolina alle Regioni, Andrea Giarrizzo o Luca Carabetta all'Innovazione. Per Leu è in pole Rossella Muroni.
Squadra del Pd chiusa
Nel Pd il mix dovrebbe portare al governo ex deputati e assessori. La squadra sarebbe sostanzialmente chiusa, ma i renziani, che avrebbero in tutto quattro nomi (due a Renzi, due a base riformista) starebbero chiedendo di più. Potrebbe tornare al governo Maurizio Martina, da viceministro, e per la sua area si cita anche Debora Serracchiani. Per il Mef si citano Antonio Misiani e Luigi Marattin o Pier Paolo Baretta. E ancora: Marina Sereni, Bruno Astorre, Simona Malpezzi, Anna Ascani, Chiara Braga, Patrizia Prestipino allo Sport.
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