Nella bolla "Spes non confundit" il pontefice annuncia l'apertura di una porta santa in carcere quale segno di vicinanza ai reclusi e chiede ai credenti di battersi per l'abolizione della pena di morte, «provvedimento contrario alla fede cristiana»
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«Propongo ai Governi che nell'Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell'osservanza delle leggi». Lo afferma papa Francesco nella bolla "Spes non confundit" ("La speranza non delude") di indizione del Giubileo 2025, consegnata e letta questo pomeriggio in una cerimonia nell'atrio della Basilica si San Pietro.
«Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza, io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere, perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all'avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita», annuncia il Pontefice.
«Nell'Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto», sottolinea Francesco.
«In ogni angolo della terra, i credenti, specialmente i Pastori, si facciano interpreti di tali istanze, formando una voce sola che chieda con coraggio condizioni dignitose per chi è recluso, rispetto dei diritti umani e soprattutto l'abolizione della pena di morte, provvedimento contrario alla fede cristiana e che annienta ogni speranza di perdono e di rinnovamento», aggiunge.