Il Presidente della Repubblica commemora le migliaia di persone soppresse in Istria, a Fiume e in Dalmazia in seguito all'armistizio del settembre '43. Minuto di silenzio anche al Parlamento europeo
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Come ogni 10 febbraio, a partire dal 2004, nel Giorno del Ricordo si commemorano oggi le vittime delle Foibe. «Le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze. Nel Giorno del Ricordo, che la Repubblica ha voluto istituire, desidero anzitutto rinnovare ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti, agli esuli e ai loro discendenti il senso forte della solidarietà e della fraternità di tutti gli italiani», ha affermato in una nota il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
«I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto - prosegue il capo dello Stato - non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista. Tanto sangue innocente bagnò quelle terre».
«L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Il dolore, che provocò e accompagnò l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, tardò ad essere fatto proprio dalla coscienza della Repubblica. Prezioso è stato il contributo delle associazioni degli esuli per riportare alla luce vicende storiche oscurate o dimenticate, e contribuire così -conclude Mattarella- a quella ricostruzione della memoria che resta condizione per affermare pienamente i valori di libertà, democrazia, pace».
Anche il Parlamento europeo ha osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime delle foibe. Lo ha annunciato il presidente dell'Eurocamera David Sassoli aprendo la sessione odierna. «In occasione del 'Giorno del Ricordo' che si celebra oggi, vorrei ricordare la memoria degli italiani, di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra», ha detto Sassoli. «Quello che è successo, per molti anni ignorato o addirittura negato, ci impone l'obbligo di tenere viva la memoria - ha aggiunto -. Chi, come noi, difende i valori di pace, giustizia e libertà ha il dovere di rendere onore alle vittime di questa tragedia. La costruzione dell'Europa non è solo una straordinaria risposta politica a quelle persecuzioni ma è anche uno dei motori fondamentali del processo di integrazione tra Paesi democratici».