Fioccano i certificati medici ad un giorno dall’inizio ufficiale della prima prova. Critica la situazione in provincia di Palermo dove i funzionari dell’Ufficio territoriale sono da ore a lavoro per rimpiazzare 41 docenti
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A meno di 24 ore dall'inizio ufficiale degli esami di maturità 2019, fioccano certificati medici e dichiarazioni in cui si sostiene qualche impedimento di altra natura degli insegnanti nominati per le commissioni d'esame nelle scuole italiane. La situazione si fa critica in provincia Palermo dove, l’altro ieri, nel corso dell’insediamento delle 302 commissioni che dovranno esaminare gli 11mila studenti, i posti rimasti vacanti erano parecchi. Se c'è un boom di studenti, insomma, mancano gli insegnanti. E, contrariamente agli anni scorsi, a dare forfait anche parecchi presidenti di commissione, probabilmente scoraggiati dalle tante novità che esordiranno domani con la (nuova) prova scritta di Italiano.
Secondo quanto riporta Repubblica, dai conteggi effettuati dagli uffici di via San Lorenzo, ieri alle 17 avevano rinunciato 27 capi commissione, uno ogni 11, 24 dei quali erano già stati sostituiti. In totale son ben 118 commissari a volersi esimere dall’incarico: uno ogni 7. Record per i professori di Italiano, commissari esterni in quasi tutte le commissioni. I funzionari dell’Ufficio territoriale di Palermo sono da ore al lavoro per rimpiazzarne ben 41, una operazione che occorre concludere prima che inizino le prove scritte.
«Una situazione drammatica»
Nemmeno al Nord il quadro è roseo: «Sono circa cento i docenti che abbiamo dovuto sostituire in corsa», spiega la dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale di Lucca, Donatella Buonriposi. «Tra questi - aggiunge - anche numerosi presidenti di commissione: e la normative rende la ricerca ancora più difficoltosa perché è vero che possiamo scomodare anche i presidi in pensione, ma da al massimo tre anni. Un bacino troppo stretto, pur avendo a disposizione un'area che abbraccia le province di Lucca, Massa Carrara e Livorno. E così - continua Buonriposi - abbiamo dovuto formalizzare anche delle deroghe». Il motivo? «Purtroppo si tratta di un incarico non retribuito in modo dignitoso - evidenzia la dirigente - per le responsabilità che comporta. Sono aumentate, negli ultimi anni, le possibilità di fare ricorso al Tar per un voto ritenuto ingiusto o una bocciatura. Grane, insomma, che non hanno alcuna corrispondenza nel trattamento economico. Un fenomeno, quello delle sostituzioni last minute, che si è intensificato anche per le commissioni di concorso».