«Sulla base delle informazioni disponibili alla presidenza del Consiglio posso precisare che il signor Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali di consulente esperto di questo governo». Così il premier Giuseppe Conte ha riferito questo pomeriggio in Aula al Senato intervendo sul caso dei  presunti fondi che la Lega avrebbe ricevuto dalla Russia. Al vaglio della Procura di Milano, in queste settimane, una trattativa, in un hotel a Mosca, tra emissari di Matteo Salvini e alcuni russi per negoziare fondi (65 milioni di dollari) alla Lega. E' quanto sembra emergere da un audio in esclusiva del sito americano BuzzFeed in cui è possibile ascoltare la voce di Gianluca Savoini, presidente dell'associazione Lombardia Russia, mentre conduce la trattativa con tre russi.

«Sono qui per il rispetto di quest'Aula», ha detto il presidente del Consiglio aprendo il suo discorso.

Savoini, prosegue Conte in Aula sul caso Russia, «Era presente a Mosca il 15 e 16 luglio 2018 a seguito del ministro Salvini». «Salvini è stato presente a Mosca anche il 15 luglio 2018 per la finale del mondiale di calcio e il 16 luglio 2018 per l'incontro con le controparti russe. In quella occasione fu notificata alle controparti russe dalla nostra ambasciata la composizione della delegazione italiana su indicazione del protocollo del ministero dell'Interno: la delegazione ufficiale comprendeva anche il nominativo del signor Savoini».

Per quanto riguarda «La visita a Mosca di Salvini a ottobre - spiega ancora Conte - è stata organizzata direttamente dal ministero dell'Interno. È consistita nella partecipazione all'assemblea generale di Confindustria Russia, cui mi risulta abbia partecipato anche Savoini. Gli eventi successivi hanno rivestito carattere privato».

Sul caso comunque Conte puntualizza: «non ho ricevuto informazioni dal ministro competente».

Assenti i 5Stelle e Salvini

I banchi dei Cinque stelle sono rimasti quasi tutti vuoti per protesta in seguito al via libera del governo alla Tav. Assente anche Matteo Salvini che invece è andato al Viminale per un vertice sulla sicurezza evitando così ogni possibile chiamata in causa a Palazzo Madama.

«Ribadiamo il nostro rispetto per il Presidente Conte ma oggi non era lui a doversi presentare nell'Aula del Senato per rispondere all'informativa sul caso Russia-Lega». È quanto si legge in una nota del M5S che spiega le ragioni per cui i senatori del Movimento non sono in Aula. Sulla Russia «la nostra linea è sempre stata coerente, non ci sono elementi che ci facciano dubitare circa un indebito scostamento di uno o più membri del governo dalle linee stabilite. Mai alcuna forza del governo avrebbe potuto avere la possibilità di intrattenere rapporti di parte con altri Paesi».

Conte rassicura sulla compattezza del Governo

Il presidente del Consiglio, nel suo intervento al Senato, rassicura sulla compattezza della maggioranza ricordando che «la vicenda all'origine di questa informativa appare ora sottoposta al vaglio della procura di Milano che indaga per valutare la fondatezza di eventuali ipotesi di reato. Non conosciamo quali elementi siano stati acquisiti né le conseguenze dell'indagine in corso. Il piano del governo è distinto dall'indagine della procura di Milano. Ora non ci sono elementi per incrinare la fiducia con membri del governo».

E lancia un messaggio che appare più come un monito ai membri di governo: «Mi adopererò - spiega Conte - perché tutti i miei ministri e gli altri membri del governo vigilino con massimo rigore affinché negli incontri governativi siano presenti solo ed esclusivamente persone accreditate ufficialmente che siano tenute al vincolo della riservatezza. Questo per avere la massima garanzia che le informazioni riguardante l'attività di governo siano gestite con la massima cura».

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