Diminuisce il numero di malati di coronavirus in Italia - 1.904 meno di ieri - e aumentano i pazienti guariti - 3.031 in più rispetto a mercoledì. Ma i 274 decessi nelle ultime 24 ore e i 1.401 nuovi contagiati inducono governo e comitato scientifico a tenere alta l'attenzione in questa prima settimana di allentamento delle misure restrittive. La prudenza è la parola d'ordine. Un primo controllo sull'andamento della curva epidemiologica ci sarà lunedì prossimo, 11 maggio, e nello stesso giorno si insedierà al Ministero della Salute un comitato scientifico per valutare sulla base di un algoritmo come procede la diffusione del virus regione per regione.

 

«In quella sede - fa sapere la Regione Lazio - si valuterà che cosa fare per ogni singola regione. Noi ci atterremo alle indicazioni del comitato». Sulla base dei risultati, Ministero della Salute e Regioni decideranno se procedere a ulteriori allentamenti delle misure, oppure se fare un passo indietro. Sull'argomento questa mattina il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro, in audizione in Commissione Affari sociali della Camera ha spiegato che al momento «si fanno circa 70.000 tamponi al giorno, numero che crescerà nelle prossime settimane, ma inizialmente era molto più basso». E sui motivi della cautela è stato chiaro: «Siamo ancora in fase epidemica. Il fatto che la curva dei contagi sia decrescente è positivo, ciò non toglie che abbiamo nuovi casi e che la circolazione del virus sia presente nel Paese».

 

 

Poi ha rimarcato che «i tamponi sono l'unico metodo per individuare l'Rna virale. Ma una persona oggi negativa può esser domani positiva, e viceversa». Dal canto suo il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, rispondendo in Commissione Affari Costituzionali, ha spiegato che «è previsto un inasprimento delle misure di contenimento in caso di fenomeni che dovessero rimarcare la ripartenza del virus». Poi ha sottolineato che «è in atto un attento monitoraggio. Con i giusti comportamenti, tutti ci auguriamo che le misure vengano limitate al massimo e annullate». E infatti Brusaferro ha avvertito: «I dati mostrano che la percentuale di immuni è ancora molto bassa».

 

 

Anche se è diversa tra le diverse aree del Paese, «globalmente siamo molto lontani dal 70% necessario alla soglia dell'immunità di gregge». L'obiettivo «è contenere il virus, non siamo ancora in grado di immaginare un'eradicazione, che sarà possibile solo con il vaccino». Intanto suscita più di qualche polemica l'utilizzo diversificato da regione a regione di tamponi e test per tenere sotto controllo la pandemia. La Fondazione Gimbe in un suo report parla di «giungla dei tamponi» e «richiama tutte le Regioni a implementare l'estensione dei tamponi diagnostici, chiedendo al Ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 un minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100.000 abitanti». E sul tema è tornato anche Borrelli indicando che il problema è stato risolto e che i tamponi vanno fatti con priorità a sanitari, pazienti ospedalizzati e a coloro i quali hanno sintomi come stabiliscono le linee guida dell'Oms.