Il ministro Sangiuliano ha scritto ai direttori generali del dicastero per rimproverarli. Da contrappasso il castigo: una riunione a Ferragosto. Il precedente degli Uffizi di Firenze
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Forse stavolta il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, lo stesso che ha definito «Dante fondatore del pensiero di destra in Italia», ne ha detta una molto più condivisibile. Passerà agli annali, infatti, la strigliata che ha riservato ai direttori generali del suo dicastero che si sono messi in ferie lunedì 24 aprile per godersi il ponte in vista della Festa della Liberazione. Un po’, scrive nella missiva che ha inviato ai dirigenti, «come se le Forze dell'Ordine andassero in ferie quando la città si svuota per le vacanze estive». E per “punirli” li ha invitati a un pranzo di lavoro il prossimo 15 agosto, forse la ricorrenza a più alto tasso di astensione dal lavoro del nostro calendario.
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A darne notizia è Dagospia, che riporta la lettera che il ministro ha inviato ai dirigenti: «Gentili Direttori - scrive il ministro -, ho riscontrato come molti di voi, tranne qualche lodevole eccezione, fossero in ferie lunedì 24 aprile, giornata di ponte verso la Festa della Liberazione. Fermo restando che le ferie sono un diritto intangibile, vi faccio osservare che la peculiarità del nostro Ministero, le cui attività trovano particolare riscontro proprio in occasione di queste festività, suggerirebbe una puntuale presenza proprio in questi giorni. Per capirci, è come se le Forze dell'Ordine andassero in ferie quando la città si svuota per le vacanze estive. Con l'occasione, vi preannuncio che il 15 agosto p.v., alle ore 13.00, siete tutti invitati da me per un pranzo di lavoro. È gradita l'occasione per porgere cordiali saluti».
Sangiuliano non è nuovo a questo approccio epistolare. Molto nota è la lettera che inviò al direttore degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt, per stigmatizzare la chiusura delle gallerie museali nella giornata del 31 ottobre, al contrario di quanto fece la maggior parte degli altri musei italiani, che durante il ponte di Ognissanti registrarono un altissimo numero di presenze. Dalla vicenda scaturì un utile botta e risposta, con Schmidt che lo ringraziò per la «grande schiettezza», dandogli pienamente ragione e dichiarandosi ugualmente «scandalizzato» per la chiusura, ma cogliendo al volo l’occasione per rimandare la palla in campo avversario, rimarcando che quanto accaduto era la conseguenza della carenza di personale e delle vane richieste di incrementare l’organico da lui più volte reiterate al ministero della Cultura.