Tre i morti finora accertati, mentre sono ancora sei i dispersi tra cui una donna incinta. Dalle macerie sono state estratte vive due anziane e si continua a scavare a mano nella speranza di trovare qualcun altro ancora vivo
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Sono tre al momento le vittime accertate nell'esplosione avvenuta nella serata di ieri a Ravanusa, in provincia di Agrigento. Contrariamente a quanto comunicato in un primo momento dalla Protezione Civile, non è stata ancora individuata una quarta vittima. I vigili del fuoco, dopo l'uomo trovato nella notte, in mattinata hanno recuperato i corpi di duedonne. I dispersi sono ancora sei, tra di essi anche una donna in avanzato stato di gravidanza. Si continua a scavare a mano evitando di usare mezzi meccanici nella speranza che qualcun altro sia ancora vivo.
Due donne sono state estratte vive dalle macerie: un'anziana di 80 anni, portata all'ospedale di Licata con gravi fratture, e, secondo i primi accertamenti, la cognata, che i soccorritori sono riusciti a rintracciare dallo squillo del cellulare e che è stata trasportata ad Agrigento.
L'esplosione ha distrutto tre palazzine e ne ha danneggiate altre quattro. La deflagrazione, che è stata sentita anche nei paesi vicini, sarebbe stata causata da una grossa fuga di gas dalla tubatura del metanodotto. Almeno cinquanta le persone sfollate, tra loro anche diversi anziani, accolti in strutture messe a disposizione dall'amministrazione comunale.
«Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. A innescare l'esplosione potrebbe essere stata anche l'attivazione dell'ascensore», ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento Giuseppe Merendino. «Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi - ha aggiunto - certo è che un'esplosione così è un evento eccezionale». Tra le cause della rottura del tubo potrebbe esserci il maltempo o uno smottamento del terreno.
Un portavoce Italgas, la società che distribuisce il metano, fa sapere che «i tecnici hanno completato le operazioni di isolamento del tratto di rete e messo in sicurezza l'area interessata interrompendo il flusso di gas». La zona dell'esplosione sembra uno scenario di guerra: macerie, vetri rotti, detriti e un acre odore di bruciato ovunque. Sul posto sono arrivate squadre dei vigili del fuoco di Agrigento, Palermo e Catania, la Croce Rossa, la Protezione Civile, polizia e carabinieri.