«Se l'Ucraina si doterà di armi nucleari tattiche, sarà una minaccia strategica per la Russia. L'Ucraina ha avuto, nel suo passato sovietico, competenze nucleari molto vaste, in termini di reattori, tecnologia, conoscenze, specialisti. Sarebbe molto facile dotarsi di armi nucleari rispetto ai Paesi che devono iniziare da zero». Sono le parole del presidente russo, Vladimir Putin, in una conferenza stampa a Mosca. Tre le richieste di Putin all'Ucraina, in quello che è apparso come un ultimatum: il governo di Kiev dovrebbe ritirare la sua richiesta di adesione alla Nato, demilitarizzare il Paese e riconoscere l'annessione della Crimea alla Russia.

Le richieste della Russia

La Russia, ha detto Putin, ha riconosciuto la sovranità delle regioni di Donetsk e Luhansk secondo i confini previsti «quando erano parte dell'Ucraina». Questo significa che Mosca ha riconosciuto un territorio molto più vasto di quello occupato, dal 2014, dalle Repubbliche popolari. «Riconosciamo la loro costituzione. E nelle costituzioni, i confini sono definiti entro i confini delle regioni di Donetsk e Luhansk, al momento in cui erano parte dell'Ucraina», ha dichiarato Putin.

Il presidente si è soffermato sulla prospettiva di un'Ucraina dotata di armi nucleari. «Non sono in grado di arricchire l'uranio. Ma è solo una questione di hardware, non è un problema che non siano in grado risolvere. Quanto ai sistemi di lancio di queste potenziali armi nucleari, hanno vecchi missili sovietici che possono colpire obiettivi a centinaia di chilometri di distanza», ha detto Putin.

«E anche se l'Ucraina si doterà di armi nucleari tattiche, sarà una minaccia strategica per la Russia. Ed è quello che consideriamo ora. Una volta che hai una capacità di lancio di cento chilometri, poi ce l'hai di duecento, poi di trecento. Mosca sarebbe a portata di un missile nucleare. È per questo che consideriamo la questione tanto seriamente», ha aggiunto.

«Non ho detto che dopo questa conferenza stampa vedremo la presenza delle forze russe nelle Repubbliche» di Donetsk e Luhansk, ha detto Putin dopo una nuova riunione - oggi come al solito a porte chiuse - del Consiglio di sicurezza. «È impossibile prevedere scenari, dipenderà dalla situazione sul terreno», afferma ancora.

Biden: «Sanzioni durissime»

Chiara la posizione degli Usa. «La Russia pagherà un prezzo carissimo». Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, annuncia le sanzioni che Washington vara nei confronti della Russia dopo la decisione con cui - nella crisi con l'Ucraina - il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass. Le sanzioni colpiscono banche e «le elite con i loro familiari»

«Questo – ha detto il presidente americano - è l'inizio di un'invasione russa dell'Ucraina. Crediamo che la Russia voglia andare oltre, spero di sbagliarmi. Potrebbe addirittura marciare verso Kiev. Inizierò ad imporre sanzioni in risposta, ben al di là dei passi che con i nostri alleati e partner abbiamo intrapreso nel 2014. Se la Russia si spinge oltre con la sua invasione, siamo pronti ad andare avanti con le sanzioni. In nome di chi -ha continuato Biden- Putin si sente in diritto di riconoscere nuovi stati su territori che appartengono ad uno stato confinante? È una violazione evidente del diritto internazionale e richiedere una risposta netta dalla comunità internazionale».

La Nato: «Vediamo continui preparativi per un attacco»

Sulla crisi Ucraina-Russia «vediamo continui preparativi» delle forze russe «per un attacco» al Paese «su scala più larga». Lo ha confermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un punto stampa a Bruxelles dopo la decisione della Russia di riconoscere le repubbliche separatiste del Donbass«Condanniamo l'incursione» delle forze russe, aggiunge, che sono passate «da tentativi coperti all'aperta azione militare».