«Il sistema a colori finisce per essere oggi un po’ desueto» perché «è stato introdotto quando ancora non c'erano i vaccini e perché oggi circa il 35%-40% dei ricoveri riguardano persone che arrivano in ospedale per altre ragioni diverse dal Covid ma risultano positive al tampone, vista l'elevata circolazione virale. «Sono magari persone che si rompono un braccio o fanno un incidente e che risultano positivi allo screening in ospedale. Naturalmente vanno isolati ma, come carico assistenziale, non possono essere considerati alla pari di chi ha una polmonite da Covid».

Così Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che sottolinea: «credo ci debba essere un cambio da parte del Ministero, su come questi pazienti vanno calcolati».

«La situazione degli ospedali - spiega - non è di emergenza ma c'è pressione, soprattutto in alcune regioni che hanno vaccinato di meno, come per esempio una Sicilia, perché molti non vaccinati che ricorrono alle cure dell'ospedale».

Oggi siamo di fronte a un nuovo scenario: «Verosimilmente tra questa settimana e la prossima si vedrà il 100% di casi Omicron» cioè «una variante che finirà per contagiare quasi tutti ma ha una minor patogenicità livello polmonare. Questo può essere il segno di un cambio di passo rispetto alla pandemia».

Ben vengano, quindi, per Bassetti, «tutti i provvedimenti che vanno verso la semplificazione», come la scelta di tamponi fai da te, che la regione Emilia-Romagna ha deciso di introdurre per i vaccinati con 3 dosi che devono entrare o uscire dalla quarantena: Va nella direzione della semplificazione. Non vedo niente di male nell'autosomministrarsi il tampone. Il problema - conclude - è che i rapidi non sono affidabili, ma non lo sono quelli in farmacia come quelli fatti a casa. Che i test rapidi siano meno efficienti a trovare la Omicron, lo dimostrano ormai diversi studi».