La sperimentazione, giunta alla fase 3, ha subito uno stop a causa della reazione avversa registrata su un volontario. Il ceo del colosso farmaceutico: «Siamo ancora in corsa»
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Il vaccino sperimentale anti-coronavirus sviluppato azienda farmaceutica AstraZeneca e l'Università di Oxford potrebbe ancora essere disponibile sul mercato «a fine anno o all'inizio del 2021» malgrado la battuta d'arresto della terza fase di test imposta dalla reazione anomala registrata su un paziente. Lo ha riferito ai media brittanici Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca.
Soriot ha precisato di non poter dire esattamente quando riprenderanno i test sulle 50.000-60.000 persone coinvolte in tutto il mondo, ma di essere comunque convinto che il progetto resti «in corsa per avere entro quest'anno una data» sulla richiesta di approvazione delle autorità sanitarie. «Un vaccino potrebbe poi essere disponibile a fine anno o all'inizio del prossimo», a seconda della rapidità dei tempi di approvazione dei regolatori, ha sostenuto il ceo di AstraZeneca.
Quanto all'episodio del paziente soggetto a reazione anomala, Soriot ha sottolineato che «eventi avversi» sono abituali nelle fasi di sperimentazione, ma che normalmente «non sono tenuti sotto osservazione dal mondo intero», come nel caso dell’attesissimo vaccino contro il virus che sta mietendo migliaia di morti in tutto il mondo. Ha quindi aggiunto che la diagnosi di un'infiammazione spinale sul volontario colpito dal potenziale effetto collaterale non è ancora confermata. Su di egli, comunque, sono stati effettuati ulteriori esami. I dati saranno quindi presentati a un comitato di sicurezza indipendente che li valuterà e poi deciderà se la sperimentazione può riprendere.