Violenza sessuale in concorso con l’aggravante dell’uso di sostanze alcoliche o droga nei confronti della vittima. Sono le accuse mosse ai giornalisti Nello Trocchia (Domani) e Sara Giudice (Piazzapulita). A denunciare l’accaduto un’altra giornalista. I fatti sono stati riportati dal quotidiano La Verità e poi rilanciati dalla stampa nazionale. 

La pm titolare del fascicolo ha richiesto l’archiviazione, ma la vittima si è opposta e sarà il giudice a decidere nell’udienza in programma a dicembre.

I fatti si sarebbero svolti il 29 gennaio scorso dopo una serata in un pub di Trastevere. I tre sarebbero tornati insieme in taxi e lì sarebbero iniziati i palpeggiamenti ai quali la vittima, secondo quanto da lei dichiarato, non era riuscita a reagire.

Presa dal dubbio, aveva fatto analizzare le proprie urine da un laboratorio, ottenendo esito positivo al Ghb, la droga dello stupro. Il controesame della Procura aveva però dato esito negativo, ma la metodologia era stata contestata dalla difesa.

Nella richiesta di archiviazione la pm sottolinea che la vittima era «non in grado di determinarsi» e conclude che gli indagati sarebbero «incorsi in errore in relazione al suo consenso alle condotte oggetto di denuncia». La parola ora al giudice. Nel frattempo l’avvocato Grazia Volo che assiste Trocchia ha preparato una denuncia per calunnia contro la donna.

La difesa di Giudice e Trocchia

Gli avvocati che assistono Giudice e Trocchia, secondo quanto riportato dal Corriere.it sottolineano: «In merito all’articolo del quotidiano la Verità su una dolorosa vicenda privata che riguarda Sara Giudice e Nello Trocchia e una terza parte denunciante, con questo comunicato segnaliamo che la procura della repubblica di Roma, dopo approfondite indagini durate diversi mesi, ha deciso di non esercitare l’azione penale e per questo ha chiesto l’archiviazione nei confronti di Trocchia e Giudice. La ricostruzione odiosa e falsa dei fatti compiuta da La Verità e ripresa da altri media nazionali contrasta totalmente con le risultanze investigative che dimostrano la totale infondatezza della denuncia e della versione della denunciante».