Avrebbe riprodotto documenti e certificati falsi, copiando la firma dei medici e fornendo al datore di lavoro nomi e codici fiscali di bambini che in realtà non erano mai nati. È stata condannata a un anno e otto mesi di carcere
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Dodici gravidanze a rischio e poi cinque congedi di maternità in cinque anni, mandati al datore di lavoro tra il 2014 e il 2019 per la nascita di altrettanti figli che in realtà, però, non sono mai nati. Eppure la signora Barbara Ioele, come riporta l'edizione romana di Repubblica, ha fornito nomi e codici fiscali di Benedetta, Angelica, Abramo, Letizia e Ismaele.
Ma era tutto falso: la signora avrebbe riprodotto lei stessa documenti, timbri e firme di medici. Il tutto per non andare a lavoro. E con la "strategia" messa in atto sarebbe riuscita a incassare 111mila euro dall'Inps.
Una volta scoperta, è finita a processo ed è stata ora condannata a un anno e otto mesi di carcere per falso e truffa. Secondo i giudici avrebbe truffato sia l'Inps che il datore di lavoro e insieme a lei è stato condannato anche il compagno, Davide Pizzinato, per averle retto il gioco. A lui sono stati inflitti sette mesi di carcere.