Aveva solo 15 anni quando morì di leucemia. Era pronto a diventare il primo santo dei Millennials: ora, dopo la scomparsa di Bergoglio, la cerimonia è stata rinviata
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Sarebbe dovuto diventare il primo santo dei Millennials, un giovane vestito con felpa e jeans, con un computer acceso accanto all’immagine di Gesù. Invece, per Carlo Acutis, il ragazzo che aveva imparato a usare Internet come strumento di evangelizzazione, la canonizzazione dovrà attendere.
Dopo la morte di Papa Francesco, la Santa Sede ha annunciato la sospensione della cerimonia che avrebbe dovuto svolgersi il 27 aprile 2025, durante il Giubileo degli Adolescenti. «In seguito alla morte del Sommo Pontefice Francesco, la Celebrazione Eucaristica e il Rito della canonizzazione del Beato Acutis sono sospesi», si legge nella nota ufficiale. Un rinvio che arriva a pochi giorni dalla data tanto attesa da fedeli di tutto il mondo, soprattutto dalle nuove generazioni che vedevano in lui un esempio capace di parlare la loro stessa lingua.
Carlo Acutis nasce a Londra il 3 maggio 1991, ma cresce a Milano, in una famiglia della media borghesia. Sin da bambino mostra una fede straordinaria: ama la Messa quotidiana, la preghiera del Rosario, l’adorazione eucaristica. Ma è anche un ragazzo come tanti altri: gioca a calcio, si appassiona di informatica, ama i videogiochi, gli animali e la pizza.
La sua più grande intuizione arriva tra i 10 e i 12 anni: utilizza Internet, ancora agli albori per la sua generazione, per creare un sito sui miracoli eucaristici, un vero e proprio “museo virtuale” destinato a girare il mondo. La sua profonda spiritualità si unisce alla competenza tecnologica, in una sintesi che lo rende un pioniere dell'evangelizzazione digitale.
A 15 anni, però, il destino lo chiama. Una leucemia fulminante lo porta via nel giro di tre giorni. È il 12 ottobre 2006. Prima di morire, lascia parole piene di fede: «Offro tutte le sofferenze che dovrò patire per il Signore, per il Papa e per la Chiesa». Chiede di essere sepolto ad Assisi, nella terra di San Francesco, il santo che più amava. E così avviene: il suo corpo oggi riposa nel Santuario della Spogliazione, in una tomba semplice, vestito con jeans, felpa e scarpe da ginnastica.
Il percorso verso la canonizzazione di Carlo Acutis ha avuto una tappa fondamentale nel 2020, quando è stato beatificato ad Assisi. Poi, nel maggio 2024, Papa Francesco ha riconosciuto il miracolo attribuito alla sua intercessione: la guarigione inspiegabile di una ragazza costretta in sedia a rotelle, avvenuta dopo aver pregato davanti alla sua tomba. Era l'ultimo passo necessario per essere proclamato santo.
La canonizzazione era stata fissata per il 27 aprile 2025, in una giornata simbolica: la seconda domenica di Pasqua, detta della Divina Misericordia, a cui Carlo era particolarmente devoto. Sarebbe stato un evento storico: il primo santo cresciuto nell’era di Internet, considerato il futuro patrono della Rete accanto a Isidoro di Siviglia.
Carlo Acutis, già beatificato con il titolo di “cyber-apostolo”, aveva capito meglio di tanti adulti le sfide del mondo moderno. In un'epoca dominata da social network, consumismo e superficialità, invitava i suoi coetanei a non «vivere come fotocopie», ma a puntare verso la santità come «un'autostrada per il Cielo».
Papa Francesco, nell'esortazione apostolica Christus vivit, aveva indicato Carlo come uno dei modelli di santità giovanile contemporanea: «Sapeva che i meccanismi della comunicazione e delle reti sociali possono ridurre le persone a meri consumatori. Eppure lui ha saputo usare le nuove tecnologie per trasmettere la fede, per comunicare valori e bellezza». Un esempio potente di come la modernità e la fede possano non solo convivere, ma alimentarsi reciprocamente.
La sospensione della canonizzazione ha generato comprensibile tristezza tra i devoti e la famiglia Acutis. «Carlo aveva già toccato milioni di cuori», ha detto la madre, Antonia Salzano, «e so che continuerà a farlo anche se la cerimonia dovrà aspettare». La madre ha raccontato spesso di come Carlo vivesse la sua fede con una normalità disarmante: «Frequentava il liceo come tutti, ma viveva ogni giornata come se fosse l’ultima, sempre con il sorriso».
Non è ancora chiaro quando sarà fissata una nuova data per la canonizzazione. Tradizionalmente, dopo la morte di un Papa, ogni decisione importante viene rimandata fino all’elezione del successore. Solo allora il nuovo Pontefice potrà firmare il decreto per la canonizzazione e stabilire una nuova data per la cerimonia.
Nonostante il rinvio, la figura di Carlo Acutis continua a parlare alle nuove generazioni. Ragazzi e ragazze di tutto il mondo si riconoscono nel suo sorriso, nel suo amore per la tecnologia, nella sua capacità di vivere la fede senza fanatismi, ma con una gioia contagiosa.
«Essere sempre uniti a Gesù, questo è il mio progetto di vita», scriveva Carlo. E il suo progetto non è stato vano: anche ora, nella sospensione dell’attesa, continua a testimoniare che la santità non è riservata a eroi inarrivabili, ma è possibile, concreta, quotidiana. È la santità dei nostri giorni, fatta di computer accesi, di partite a calcio, di sorrisi donati.
Il sogno di vedere Carlo proclamato santo non è svanito, si è solo fermato un momento, come un respiro prima del canto. La sua storia, la sua fede giovane e moderna, la sua capacità di toccare cuori attraverso il web e il Vangelo continueranno a ispirare milioni di persone. E forse, in questo tempo sospeso, c'è un'ulteriore lezione di fiducia che Carlo vuole lasciare a chi lo guarda come a un amico: nella Chiesa, come nella vita, nulla va sprecato. Tutto è grazia. Tutto ha il suo tempo.