Gli inquirenti meneghini vogliono capire se esista una rete più estesa rispetto agli otto indagati che si definiscono “guerrieri”
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La Procura di Milano sta raccogliendo elementi utili e sta valutando anche l'ipotesi di associazione per delinquere nelle indagini sul gruppo di no vax, che si autodefinivano “guerrieri”, perquisiti ieri in un blitz della Digos col coordinamento del capo del pool dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili e del pm Piero Basilone.
Si sta lavorando, infatti, per capire se esiste una rete anche più ampia rispetto agli 8 già indagati per istigazione per delinquere aggravata. Gli investigatori dopo il blitz di ieri, nel corso del quale sono state anche trovate una spada katana, un manganello telescopico e degli spray al peperoncino (da verificare pure eventuali contestazioni relative alle armi), dovranno compiere analisi sui dispositivi informatici e sui cellulari sequestrati. Accertamenti appunto, anche della polizia postale, finalizzati a verificare se esiste una rete più ampia di persone, anche perché alla chat dei Guerrieri su Telegram prendevano parte circa «200 persone».
Dunque, prosegue il lavoro di identificazione che potrebbe portare ad altre iscrizioni nel registro degli indagati, mentre gli stessi inquirenti stanno valutando di contestare anche l'ipotesi associativa. Un 33enne di Bergamo aveva in casa due fucili e una pistola regolarmente denunciati, con un permesso di detenzione per uso sportivo, ma un numero di munizioni superiore al consentito e per questo è stato già denunciato.
Il gruppo, stando alle indagini, stava programmando azioni violente soprattutto in vista della manifestazione no green pass prevista per il fine settimana a Roma. Dicevano nella chat di voler «lanciare molotov contro i camion delle Tv» e «gettare tritolo sul Parlamento con un drone», ma al momento non erano ancora nemmeno riusciti a organizzare una riunione preparatoria e comunque sono stati perquisiti prima dalla polizia. Avrebbero voluto, scrivono i pm negli atti, «condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale».