Il settore sui canali online si stima abbia conosciuto un'impennata tra il 181 e il 250% nell'home delivery. L'Iss: «Un incremento in compensazione della tensione conseguente all'isolamento, alle problematiche economiche, lavorative e relazionali»
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Bevo per dimenticare... il Covid. Dai dati relativi al consumo di bevande alcoliche nel corso della pandemia, diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità, «l'approvvigionamento non ha conosciuto pause durante il lockdown». Anzi, «il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e anche meno controllati relativamente al divieto di vendita a minori, cambiando anche le abitudini degli italiani».
Gli acquisti su canali online di e-commerce, per il settore degli alcolici «si stima abbiano conosciuto un'impennata nel 2020 tra il 181 e il 250% nell'home delivery, con un aumento dei consumi domestici registrati».
L'isolamento, spiega l'Iss, ha portato a «un incremento di consumo di alcol incontrollato, anche favorito da aperitivi digitali sulle chat e sui social network, spesso in compensazione della tensione conseguente all'isolamento, alle problematiche economiche, lavorative, relazionali e dei timori diffusi nella popolazione resa sicuramente più fragile dalla pandemia».
D'altro canto, i servizi di alcologia e i dipartimenti per le dipendenze e di salute mentale, a causa delle chiusure obbligate, precisa l'Iss, «hanno registrato una crescita di difficile gestione prima, durante e dopo i lockdown per la scarsità delle risorse a disposizione, per la quantità di richieste inevase a causa delle restrizioni anti-Covid-19 e per l'impreparazione relativa a soluzioni digitali, solo tardivamente introdotte».