Altre 23 persone sono state ripescate dalle acque gelide dagli uomini della Guardia costiera. Secondo i sopravvissuti mancherebbero all’appello una decina di persone
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Nuova tragedia nel Mediterraneo. Nove persone tra cui una bimba, tra i 4 e i 6 anni di età, sono morte ieri, 10 aprile, nel naufragio avvenuto in acque maltesi a una trentina di miglia da Lampedusa dopo che il barchino sul quale viaggiavano si è capovolto, forse a causa delle proibitive condizioni del mare.
Altri 23 migranti, tra cui 5 donne, sono stati ripescati dalle acque gelide dagli uomini della Guardia costiera. I naufraghi, tutti provati e sotto choc, sono stati condotti a Lampedusa e sbarcati al molo Favaloro. Uno dei 23 migranti sopravvissuti è morto al Poliambulatorio di Lampedusa, dove era giunto in condizioni disperate. Sei naufraghi restano ancora al Poliambulatorio. Intanto, crescono le proporzioni dell’ennesima tragedia del mare: secondo i sopravvissuti mancherebbero all’appello una decina di persone.
Il sindaco Lampedusa: «Trafficanti senza scrupoli»
«Siamo davanti all'ennesima tragedia e a trafficanti di esseri umani senza scrupoli, che fanno viaggiare le persone anche quando le condizioni del mare sono proibitive. Traversate, peraltro, a bordo di barchette improvvisate, senza nessuna galleggiabilità. Sono orgoglioso delle nostre forze dell'ordine che sono andate a salvare queste persone in acque maltesi». Così il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, dopo l'ennesimo naufragio avvenuto in acque internazionali.