«Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l'introduzione di istituti che riducono l'onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l'esigenza di continuare a ridurre l'evasione fiscale».

Lo ha detto Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di bilancio.

«39,2 miliardi è per noi la valutazione dell'importo lordo della manovra. Vedremo se nei prossimi giorni ci sarà da ragionare ulteriormente su questo aspetto», ha detto Balassone, premettendo che «gli allegati tecnici alla manovra sono stati resi disponibili mercoledì scorso: che ci sia qualche arrotondamento che potrà essere rivisto io non lo escludo».

In particolare, Bankitalia punta l’indice contro l’uso del contante e la stretta sull’utilizzo del Pos: «I limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. Negli ultimi anni sono emersi studi - anche condotti nel nostro Istituto - che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa; c’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici ridurrebbe l’evasione fiscale».

L’altra faccia della medaglia è l’incentivazione dei pagamenti elettronici: «La definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto dei fornitori privati di accettare pagamenti elettronici era incluso tra i traguardi del Pnrr relativi al primo semestre», ricorda Bankitalia.

In manovra, inoltre, alcune delle misure non connesse all'emergenza energetica «presentano aspetti critici che la Banca d'Italia ha più volte segnalato in passato con riferimento a misure analoghe. La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all'interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta», ha aggiunto Balassone. «In un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l'Irpef comporta un'ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest'ultimo».