Nel vertice a Palazzo Chigi il premier promette di «realizzare un progetto costituzionale senza che questo arrechi danni alle altre Regioni». Abolito l’articolo 12 che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale
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Passi in avanti sull’autonomia regionale: si è concluso il vertice a Palazzo Chigi ma al momento non si è arrivati ancora ad un punto risolutivo. Lunedì ci sarà un nuovo vertice ristretto per sciogliere il nodo delle sovrintendenze e del riparto dei fondi. Il premier Giuseppe Conte frena sulla riforma, puntualizzando che i governatori delle Regioni «non avranno tutto quello che hanno chiesto, ma ci sta».
Intanto il M5S rivendica la vittoria della soppressione dell'articolo 12 del testo Stefani che prevedeva l'assunzione diretta dei docenti su base regionale, al centro di una disputa tra Lega e 5 Stelle nelle settimane scorse. Dopo la giornata burrascosa di ieri, con la crisi di governo che sembrava a un passo, alcuni presenti assicurano che nel corso della riunione, durata circa un'ora, ci fosse un clima cordiale e proficuo.
Le autonomie in ‘dirittura finale’
Sulle autonomie sono «lieto di annunciare che nel vertice di oggi sono stati compiuti significativi passi avanti, ieri tutto il pomeriggio l'ho dedicato a lavorare al testo», ha detto il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Oggi abbiamo «compiuto passi avanti, siamo in dirittura finale, settimana prossima ci sarà un altro incontro e confido si stia aprendo la finestra per portarlo in Cdm. Ho preso un impegno, sancito dal contratto di governo, e quando prendo un impegno io lo porto a termine. Adesso ragionevolmente ci avviciniamo al taglio del traguardo», ha sottolineato, spiegando che «il disegno di autonomia differenziata si sta realizzando con le garanzie di realizzare un progetto costituzionale per la prima volta, ma senza che questo possa recare danno alle altre Regioni. Non vogliamo una Italia frammentata nelle chance, nelle opportunità».
Conte: «I governatori non avranno tutto»
I governatori delle Regioni interessate dalla riforma, ha poi puntualizzato il premier, «non avranno tutto quello che hanno chiesto, ma ci sta. E' un negoziato tra Stato e Regioni e negoziato significa reciproche concessioni». Rispetto alle richieste avanzate dalle Regioni, ha aggiunto, «ne abbiamo accolte alcune e non altre. Uno snodo molto critico è quello sull'istruzione» ma è stato superato. «Il modello della scuola è fondamentale, non può essere frammentato» perché su questo modello «si radica la formazione dei bambini, la nostra identità. È chiaro che non possiamo pensare che l'autonomia significhi frammentare questo modello», aggiunge il premier sottolineando che su questo punto «è stato trovato un punto di equilibrio».
Unitarietà nel mondo dell’istruzione
«Abbiamo garantito, e non era per niente facile, l'unitarietà del mondo dell'istruzione, resterà unitario, assolutamente. L'articolo 12 è stato soppresso, una vittoria dei 5 Stelle ma, da uomo di scuola, posso dire vittoria della scuola italiana», ha commentato il sottosegretario alla Scuola Salvatore Giuliano, lasciando il vertice. «Non ci saranno concorsi regionali, sono state riconosciute prerogative che erano già ad appannaggio delle Regioni. Resta il vincolo di permanenza, per le nuove assunzioni, di 5 anni e che era già scritto nella legge di bilancio».