Si monitora costantemente la situazione delle risorse idriche. Ad allarmare soprattutto l'olivocoltura a causa dell'aumento delle temperature e la pioggia insufficiente (ASCOLTA L'AUDIO)
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Da Nord a Sud, è allarme siccità in Italia. Per questo le Regioni chiedono lo stato di emergenza. Si è svolta ieri sera intanto al Mipaaf, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, del sottosegretario Gian Marco Centinaio, del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e dei capi gabinetto del Mipaaf e del Mite, una riunione per fare il punto sull’emergenza siccità. Il capo della protezione Civile Curcio ha informato, nel corso dell’incontro, che è in atto uno stretto collegamento con i presidenti delle Regioni, e che le Regioni stesse sono al lavoro sull’individuazione dei criteri (ai sensi delle normative vigenti) al fine di poter dichiarare lo “stato d’emergenza”. A seguito delle istruttorie delle Regioni, la Protezione civile predisporrà un Dpcm da trasmettere al Consiglio dei Ministri. È quanto comunica il Mipaaf in una nota.
Per quanto concerne il settore agricolo, e sempre su proposta delle Regioni, si potrà proclamare lo “stato di eccezionale avversità atmosferica” qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile. Al contempo è stato deciso di istituire un coordinamento con le amministrazioni interessate (Protezione civile, Mipaaf, Mite, Affari Regionali, Mims, Mef), per mettere in campo le competenze necessarie per affrontare la siccità su più fronti (infrastrutturale, competenze regionali, eventuali ristori).
Calabria a rischio basso ma l'attenzione resta alta
Il Piemonte la regione più colpita: in oltre 200 comuni l'acqua ègià razionata. Gli invasi sono al minimo storico con una riduzione media dal 40 al 50%. Il Lago Maggiore in tre giorni ha perso un metro: il livello è passato dal 193,89 metri a 192,83. Le acque del Po non sono mai state così basse da 70 anni.
La Calabria è invece tra le regioni a basso rischio. Allo stato infatti non si registra un allarme generalizzato per la siccità, ma la guardia è molto alta e si monitora costantemente la situazione delle risorse idriche. Sono diversi anche i comuni che, in previsione di possibili penurie dovute alla recrudescenza del caldo ed alla mancanza di precipitazioni, hanno emesso ordinanze di divieto dell'utilizzo di acqua potabile per usi non specifici.
C'è grande attenzione, inoltre, nei confronti della problematica, da parte del settore agricolo. Coldiretti Calabria segnala che l'andamento climatico, caratterizzato dal caldo anomalo e persistente, rischia di fare pagare un conto salato in termini di calo delle produzioni di mais, foraggi e ortaggi. Allarma, in particolare, la situazione dell'olivicoltura.
L'aumento delle temperature e la pioggia insufficiente degli ultimi mesi hanno determinato la cascola di fiori e frutti negli uliveti, con una media regionale del danno che si attesta al 10% mentre lungo la costa jonica raggiunge picchi di perdite che superano il 60%.