A Rende con le alchimie di Infantino la sera fai un concorso che revocano al mattino

Secondo la vox populi rendese si stanno costruendo le condizioni per un concorso su misura per il dirigente Antonio Infantino. A leggere le carte, la cosa è veramente surreale. Atti, delibere e organismi con titolarità a decidere sono mescolati e ribaltati con la stessa velocità delle tre carte manipolate da abili prestigiatori di fiera di paese. Manna  sembra che abbia abdicato alle sue funzioni, delegando al super dirigente i poteri della stessa Giunta, il quale valuta l’opportunità della revoca dei concorsi, esercitando una discrezionalità amministrativa che non trova fondamento nel Diritto

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di Pablo .
4 settembre 2018
23:02

Ci risiamo. L’alchimista del comune di Rende, il super dirigente, Antonio Infantino, è nuovamente alle prese con un concorso. Sul precedente concorso avevamo scritto e “indovinato” per chi era stato costruito su misura. Previsione azzeccata, considerato che,  proprio qualche giorno fa, infatti, è stata nominata dirigente colei per la quale tutta l’alchimia amministrativa infantiniana era stata congegnata, giocando e ignorando normative e regolamenti. Questa volta il bando concorsuale è un po’ più impegnativo considerato che riguarda  l’assunzione di 4 dirigenti  a tempo indeterminato. Ma ricapitoliamo la vicenda che, a leggere le carte, ha veramente del surreale. Atti, delibere, e organismi con titolarità a decidere sono mescolati e ribaltati con la stessa velocità delle tre carte manipolate da abili prestigiatori di fiera di paese.

Il vox populi ancora una volta sussurra che tutto è finalizzato a costruire un nuovo concorso su misura. Questa volta però, la misura, non è per terzi, ma per lo stesso, Antonio Infantino. Sicuramente saranno voci maliziose, ma considerando che, sono le stesse che prevedevano l’assunzione della d.ssa Vercillo, circostanza che si è verificata con la precisione di un orologio svizzero, comprenderete che un normale cronista di provincia, tali voci, è costretto a tenerle in considerazione. 


D’altronde, per il super dirigente, evidentemente, è arrivato il momento di mettere radici, considerato che, il suo incarico al Comune di Rende  è a tempo determinato e le elezioni sono prossime.

Allora, proviamo a mettere in sequenza gli atti di questa vicenda. Il segnale che fa drizzare gli orecchi ai malpensanti è quello di alcune determine di revoca a firma dello stesso Infantino. Il super Dirigente rendese, infatti,  revoca i concorsi per dirigenti già banditi nel 2013.

E già con questo atto si registra la prima anomalia. Con determina dirigenziale n. 82 del 30.07.2018, ma pubblicata all’albo pretorio dell’Ente un mese dopo il 30.08.2018, Infantino, con proprio atto revoca la procedura concorsuale per 4 dirigenti (2 tecnici e 2 amministrativi) che era stata avviata con delibera di Giunta Municipale n. 74 del 3/7/2012 e aveva all’odg  l’approvazione della dotazione organica e il piano del fabbisogno di personale per gli anni 2012-2014.

La macrorganizzazione, così come stabilito dal TUEL, è di competenza della Giunta Municipale.  Nel deliberato, dunque,  si rilevava la necessità di assunzione a tempo indeterminato e con procedura concorsuale per 4 dirigenti prevista per l’anno 2013.

Alla luce di questi atti l’Amministrazione dell’epoca avviava le procedure di concorso per entrambe le categorie di dirigente. Venivano esperite prove scritte e convocazione alla prova orale dei candidati alla dirigenza amministrativa e prove scritte per i candidati alla dirigenza tecnica. Nel frattempo subentrava l’Amministrazione Manna, la quale, con Delibera di Giunta la n. 56 del 05.09.2014, bloccava la prosecuzione dell’iter concorsuale, in attesa dell’emanazione dei decreti attuativi della famigerata “riforma Madia” sulla dirigenza pubblica e l’accesso alla stessa. Una motivazione, peraltro,  non molto fondata. La sospensione del concorso, avvenuta circa 4 anni fa, invece di essere ripresa oggi, quasi a conclusione del mandato del Sindaco Manna, con un provvedimento del  super Dirigente Infantino, una determina dirigenziale, viene revocata.

 

La prima domanda sorge spontanea: la determina di un dirigente può revocare atti di competenza di un organismo politico amministrativo, in questo caso la Giunta?  E no che non può, almeno nel campo del diritto amministrativo della Repubblica Italiana.

Nel regno delle alchimie del dirigente Infantino, ovvero, il comune di Rende, evidentemente si.

D’altronde è lo stesso dirigente che qualche giorno fa, è riuscito a far assumere la nuova dirigente (senza titoli) a tempo determinato, ma che potesse arrivare anche ad arrogarsi funzioni che il TUEL assegna alla competenza della Giunta Municipale e non direttamente al dirigente delle risorse umane, è veramente assurdo, forse inammissibile ma certamente surreale. Il dirigente, infatti,  ha determinato la revoca dei concorsi scavalcando di fatto l’Organo politico amministrativo. 

E’ probabile che a Rende i ruoli si siano invertiti e il super dirigente Infantino, ormai, di fatto sostituisce la Giunta comunale e, forse, chissà, lo stesso Sindaco Manna.  A quanto pare, il primo cittadino rendese,  sembra che abbia abdicato alle sue funzioni, delegando al super dirigente i poteri della stessa Giunta, il quale valuta l’opportunità della revoca dei concorsi, esercitando una discrezionalità amministrativa che non trova fondamento nel Diritto.

Altra anomalia, la scomparsa di ogni forma di controllo sugli atti. Uno su tutti, il potere di controllo sulla legittimità che avrebbe dovuto esercitare il Segretario Generale.

 

Antonio Infantino, indubbiamente è un alchimista del Diritto, tuttavia, dobbiamo constatare che sia allo stesso tempo molto abile nel mascherare i propri atti con un prologo di parole che arrivano a sfiorare l’ovvio. L’atto di revoca, infatti, è corposo e composto da circa una dozzina di pagine. Per lo più chiacchiere e qualche dichiarazione mendace.

Basta un’occhiata per comprendere che l’atto è sostanzialmente un cumulo di chiacchiere fondate sul nulla,  un romanzo di alchimie de diritto amministrativo e numerose contraddizioni. Il fulcro della motivazione della revoca, sarebbe la mancanza dell’obbligatoria e propedeutica comunicazione da effettuarsi prima di esperire le procedure concorsuali alla Provincia di Cosenza, settore mercato del lavoro, al dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’avviso di mobilità esterna, cosiddetta “mobilità d’ufficio” per la copertura dei posti di dirigente.

Falso! La documentazione di cui parla, Infantino, infatti, risulta invece dalle note protocollo n. 28644 e n. 28645, entrambe del 06.08.2012, tali note, dimostrano proprio la correttezza degli adempimenti dei predecessori dell’attuale dirigente del comune di Rende.  D’altronde tali note sono evidenziate e citate nell’atto di sospensione dei concorsi disposto dalla Giunta comunale del Sindaco Manna nel settembre del 2014.

 

Infantino, nella sequela di citazioni e di premesse propedeutiche all’atto di revoca, arriva al punto finanche di smentire gli atti decisi dal Commissario Prefettizio e Straordinario dott. Maurizio Valiante, colui che lo ha portato a Rende nel periodo di commissariamento subito dopo dell’interruzione anticipata della legislatura  Cavalcanti. Infatti era stato proprio il Commissario Valiante che assumendo i poteri della Giunta, con suo atto n. 96/2013 ad  aggiornare il piano triennale del fabbisogno del personale, confermando la necessità dell’assunzione a tempo indeterminato di n. 4 dirigenti  con procedura concorsuale. Fu il Commissario Valiante nel mese di maggio 2013 ad avviare le procedure di concorso per l’assunzione di quei 4 dirigenti che sarebbero stati assunti solo nel 2014, lo fece secondo la programmazione del fabbisogno di personale approvato dal competente organo politico e nel rispetto del patto di stabilità che, guarda caso, fu certificato dallo stesso Infantino che nel frattempo  era stato nominato dirigente dallo stesso Valiante.

Nel suo capolavoro di Diritto amministrativo creativo contenuto in questo mega atto di revoca, Infantino poi  supera se stesso e le sue doti di alchimista, ergendosi finanche a Giudice amministrativo, nel delirio di mascherare con parole e paroloni un atto che, per la verità, risulta essere semplicemente illegittimo.  La sentenza di marca Infantino riguarderebbe il regolamento approvato dalla Giunta comunale con atto n. 76 del 12/7/2012, relativo alla modalità di accesso agli impieghi e alle procedure concorsuali. Scrive, Infantino, “che esistono altrettanti profili di legittimità nell’avviso di mobilità volontaria”, peccato però che, nello stesso atto, si dimentichi di illustrare quali sarebbero i “profili di illegittimità”,  connotando, a questo punto, il tomo amministrativo della suspense del giallo,  degno quasi di un romanzo di Agatha Christie.

Infantino, inoltre,  nelle motivazioni di revoca adduce quella della modifica del modello organizzativo che aveva giustificato il ricorso a quelle figure dirigenziali di cui al concorso bandito nel 2013 dal Valiante.

Falso! Infatti, nonostante la Giunta Manna abbia ritoccato più volte il modello organizzativo nel corso di questo mandato, resta comunque visibile chiaramente anche per i meno esperti in  questioni di pianificazione delle risorse umane dei Comuni che il modello organizzativo è rimasto sempre improntato su 6 Settori, di cui 2 con attività tecniche e altri 4 con attività amministrative.

A questo punto occorre sottolineare un’altra anomalia abbastanza grave. Nel corso di questi anni, considerato le condizioni di predissesto finanziario del Comune di Rende, il Ministero degli Interni aveva autorizzato nelle more dell’espletamento del concorso la nomina di 4 dirigenti a tempo determinato, uno dei quattro è proprio il dirigente Antonio Infantino, il quale, aveva agganciato il suo contratto alla durata del mandato del Sindaco. Gli altri tre sono stati nominati con incarichi della durata di un anno. Tutto ciò, è stato possibile in funzione del fatto che era stato bandito comunque il concorso ed era in fase di espletamento. A questo punto, colpo di scena, a concorso bandito e quasi espletato, Infantino, revoca il concorso. A ben vedere, una tale decisione ha il sapore della truffa, innanzitutto verso il Ministero degli Interni e parallelamente nei confronti dei partecipanti al concorso.

A leggere questa storia non c’è nemmeno bisogno di scomodare un esperto di gialli  per comprendere  il movente “dell’assassino”, anzi, sembra abbastanza chiaro: un nuovo concorso. Il resto lo racconta il blasonato vox populi rendese: si stanno costruendo le condizioni per un concorso su misura per il dirigente Antonio Infantino, alchimista e umile servitore della “causa” Manna. Chiaramente, di un tale disegno, allo stato non ci sono prove ma alcuni indizi si. Il primo indizio. Questo concorso fu bandito quando ancora Infantino operava in Basilicata, esattamente al Comune di Melfi, dove peraltro ha rimediato una condanna definitiva della Corte dei Conti, per giochetti relativi al personale.

Il secondo indizio. Infantino aveva fatto domanda per partecipare ad un concorso al comune di Potenza, ma alla fine ha deciso di rinunciare.

Il terzo indizio.  La maldestra e illegittima revoca del concorso già bandito ed espletato al Comune di Rende. Le motivazione sono risibili. La vera motivazione è nascosta dal fatto che Infantino non poteva partecipare.

“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova…!”

A questo punto il brusio del vox populi nei corridoi del Comune si fa quasi assordante. Un nuovo pronostico con relative scommesse è partito. Scommettiamo che il nuovo concorso sarà vinto dal super dirigente Infantino? E scommettiamo. Anzi, un funzionario ci avvicina e maliziosamente ci sussurra all’orecchio ma dalle parti di Palazzo di Giustizia a Cosenza, Lei crede che scommettono? Penso di no,  –rispondo perplesso- e si sbaglia, scommettono scommettono e puntano tutti su Manna e Infantino. Si ricorda? “Il grande “Architetto” protegge i suoi fratelli o i figli dei fratelli.”

Pablo

 

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