«Della Calabria ricordo il senso di famiglia allargata, la possibilità di poter mangiare liberamente a casa mia, da mia nonna, dai miei zii, poter aprire il frigo, bere dalla bottiglia senza problemi. Il trasferimento in Liguria non è stato solo territoriale, ma siamo passati da una famiglia allargata ad un nucleo di quattro persone». Rosella Postorino, scrittrice pluripremiata e tradotta con il suo romanzo Le assaggiatrici in oltre trenta lingue, racconta, nella puntata di Vis-à-Vis di questa sera, , intervistata dal Direttore strategico Paola Bottero, della sua vita dalla punta dello Stivale fino a Roma tra passioni, successi e profonde riflessioni.

Nata a Reggio Calabria, Postorino si trasferisce con la famiglia a San Lorenzo al Mare dove, nonostante si senta protetta in un paese di piccole dimensioni e pochi abitanti, vive il primo distacco importante, come racconta lei stessa. A quel Paese che affaccia sul mare, proprio come nella sua Calabria, è molto legata perché lì si forma la donna che diventerà: da piccolissima voleva fare la pittrice, passione che continua ad avere, poi leggendo il “Diario di Anna Frank” arriva la folgorazione perché «era il quaderno privato di una ragazza della mia età che dopo tanti anni stavamo leggendo e sentivamo ancora la sua voce; era una testimonianza non solo della Storia ma anche del suo passaggio sulla terra».

Il primo vero amore letterario è Marguerite Duras che la prima volta legge in francese; è una passione ricorrente nella sua vita: nelle letture giovanili, all’università «a ogni esame che davo mi regalavo un libro di Duras», fino ad arrivare all’esordio nelle librerie curando diversi saggi dedicati alla scrittrice de “L’amante”.

L’università, Postorino la frequenta a Siena perché «crescere vuol dire andarsene», spiega, citando Pavese, ma è solo una tappa intermedia, seppur importante, prima dell’arrivo a Roma, che oggi considera la sua seconda casa. L’approccio con la Capitale è traumatico come succede a molti che arrivano da una piccola realtà e si ritrovano nel caos romano: «mi sembrava una città violenta dove tutto era troppo: le persone, il caso, il rumore». È proprio a Roma che fa le sue prime esperienze lavorative, prima in una società di consulenza, lavoro che nulla ha a che fare con il suo background, e poi nell’editoria con la Castelvecchi Editorie, poi con Einaudi e nel mezzo con un lavoro di ufficio stampa da Newton Compton.

La scrittrice che nel 2018 scrive Le assaggiatrici vincendo diversi premi, racconta lo shock del lockdown dopo due anni importanti di emozioni e viaggi per presentare il suo libro in giro per il mondo; oggi con Mi limitavo ad amare te, uscito nel 2023, tratta un tema tragicamente attuale come la guerra e la solidarietà tra le persone. Dell’ultimo romanzo spiega: «Ho letto un articolo sui bambini di Sarajevo che erano in Italia per salvarsi dalla guerra, venivano da un orfanotrofio pur non essendo orfani e infatti nel loro paese si vedevano regolarmente con i genitori. Quando sono arrivati in Italia, hanno perso completamente i rapporti con la loro famiglia, sono cresciuti senza sapere se i genitori fossero ancora vivi. Questo è uno strappo che però accomuna tutte le esistenze. Siamo tutti orfani del corpo di nostra madre e di Dio. Da bambina ero molto cattolica e non credere più è stato per me uno strappo. Come questi ragazzini si salvano tra di loro, noi ci dobbiamo salvare tra noi attraverso le relazioni: dobbiamo riconoscere il dolore degli altri come uguale al nostro e tentare di lenirlo. La guerra è la negazione di tutto ciò».

Questa puntata di Vis-à-Vis andrà in onda stasera nella Mezz'ora da LaCapitale, alle ore 20 su LaC Tv, canale 11 del DTT, 411 TivùSat e 820 di Sky.
La puntata sarà poi disponibile su LaC Play.