«Mi spiace, non posso essere in trasmissione, poiché sono stato minacciato». A fare la denuncia è Pino Grasso, testimone di giustizia che ha deposto in decine di processi di mafia. Con le sue dichiarazioni, sono stati arrestati e poi condannati (operazione “Breccia 2”) boss del calibro di Pantaleone "Luni" Mancuso, alias “Scarpuni” (classe 1961), ma anche Nazzareno Colace e Domenico Polito, ritenuti soggetti assai vicini al capobastone della potente cosca di Limbadi. Le testimonianze di Pino Grasso sono confluite anche in inchieste di rilievo come “Odissea”, “Purgatorio”, “Black money” e “Lybra”.

 

Grasso era stato invitato a partecipare all’ultima puntata stagionale de “Gli Intoccabili”, il primo docureality sulle mafie ideato e condotto da Klaus Davi, negli studi dell’emittente LaC, a Vibo Valentia, ma ha dovuto rinunciare.

 

È stato lo stesso testimone a raccontare quanto accaduto, telefonando a Klaus Davi in diretta, nel corso della trasmissione. «Questa mattina – ha spiegato Grasso – mi stavo avviando verso la Calabria, ma, arrivando in auto, ho avuto una brutta sorpresa. Ho trovato dei messaggi ben precisi, mirati». Il riferimento del testimone è ad un biglietto nel quale si faceva un invito esplicito a non recarsi in trasmissione. Da qui è scaturita la decisione di non intraprendere il viaggio, per ragioni di sicurezza. «Sto vivendo in una località che è a rischio», ha rivelato il testimone di giustizia a Klaus Davi. «Se ne parla da tempo, ma ad oggi non hanno fatto nulla. Non è una località tranquilla». Grasso ha raccontato come, per la seconda volta, sia stato necessario spostarlo in un luogo più sicuro che, però, evidentemente qualcuno ha scoperto. Dopo un breve excursus sulle testimonianze rese alla magistratura, Grasso, rispondendo ad una domanda di Klaus Davi, non ha avuto esitazioni nell’affermare che «i Mancuso sono una famiglia ancora attiva ed importante nel sistema ‘ndranghetistico calabrese».


Ecco il link dell'intervento telefonico del testimone di giustizia: