Il presidente della Fondazione Magna Grecia sarà ospite questa sera di Piazza Parlamento. Alta Velocità e autonomia differenziata, i focus della puntata. Ecco la punatta
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«Siamo ancora all’anno zero dell’alta Velocita, nonostante gli annunci. Secondo i piani, l’AV doveva essere realizzata in Calabria entro il 2026 grazie al Pnrr, ma per ora è solo un miraggio». Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, ospite di Piazza Parlamento affronta una delle priorità per il sud d’Italia: far sì che l’intero Paese vada alla stessa velocità.
Non è soltanto una questione economica, nonostante trovare i fondi sia essenziale, ma manca un progetto, come aveva denunciato nelle scorse settimane anche Francesco Russo, esperto di trasporti e docente dell’Università Mediterranea, negli studi de La Capitale. Per Foti è fondamentale creare una commissione, un movimento di pressione che dia delle risposte sulle responsabilità che hanno portato a questa situazione perché, partendo dalle decisioni scellerate del passato, è possibile affrontare il presente e il futuro del mondo dei trasporti.
Altro tema a cui il presidente di Fondazione Magna Grecia tiene molto è l’autonomia differenziata: il riconoscimento da parte dello Stato, dell’attribuzione a una regione a statuto ordinario di autonomia legislativa su alcune materie come il commercio con l'estero, la tutela e sicurezza del lavoro, l'istruzione, le professioni, la ricerca scientifica e tecnologica, la tutela della salute, l'alimentazione, l'energia.
«Io mi auguro che ci sia tempo per approfondire il concetto dell’autonomia differenziata perché ripristinare la spesa storica in un momento in cui già i servizi sociali e civili sono sproporzionati a vantaggio del centro nord non farebbe che aumentare il dislivello», ha dichiarato Foti, intervistato dal direttore Alessandro Russo.
Ultima battuta dedicata al Pnrr: «è il momento di intervenire altrimenti si rischia di superare un confine da cui non si può tornare indietro. Una somma così importante come quella del Pnrr non ci sarà più come è successo in passato con il piano Marshall».