«Dati di fatto». Di questo ha parlato nella sua ultima apparizione in Tv, alla trasmissione “In onda”, su La7, il magistrato antimafia Nino Di Matteo, sotto scorta dal 1993. Lo ha fatto riferendosi al chiacchieratissimo arresto di Matteo Messina Denaro, allontanando in qualche modo quelle che lui stesso ha definito “fantasie complottistiche”.

«Il primo dato di fatto – ha detto Di Matteo - è che in un qualsiasi paese civilizzato come il nostro è scandaloso che un latitante rimanga tale per 30 anni. La seconda considerazione riguarda alcune anomalie dell’ultimo periodo della latitanza di Matteo Messina Denaro che devono essere analizzate per capire perché è stato possibile arrestarlo ora e non prima».

Il sostituto procuratore nazionale antimafia, continuando ha messo in evidenza come Matteo Messina Denaro stava sostanzialmente a casa sua. «Si muoveva con il documento di un suo compaesano realmente esistente che stava lì, tra l’altro parente di mafiosi. Messina Denaro frequentava locali pubblici, concessionarie, ospedali, cliniche private, utilizzava telefoni cellulari, scambiava il suo numero di telefono con altri, si faceva fotografie che mandava via chat. Tutti comportamenti che vanno spiegati, perché l’alternativa che si pone da un punto di vista del ragionamento è questa: o si sentiva talmente sicuro delle sue protezioni da confidare che nessuno l’avrebbe mai arrestato, oppure al meno nell’ultimo periodo si è lasciato arrestare o comunque ha accettato l’idea di poter essere arrestato».

Di Matteo a Perfidia

Ma Nino Di Matteo non ha detto solo questo. Ha parlato più diffusamente della trattativa Stato – mafia, delle dichiarazioni di Salvatore Baiardo - «va capito perché quel soggetto ha detto quelle cose, che segnali intendeva mandare e se quei segnali erano mandati in nome e per conto dei fratelli Graviano che assieme a Matteo Messina Denaro sono stati i principali protagonisti della stagione stragista» ha detto – di ergastolo ostativo e di 41-bis.

Il sostituto procuratore nazionale antimafia sarà ospite della puntata di Perfidia che andrà in onda, come di consueto, venerdì  alle ore 21 su LaC Tv. Sarà l’ospite di punta di un parterre importante costituito anche dalla senatrice di Forza Italia Stefania Craxi, dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, dal massmediologo Klaus Davi, dall’ex parlamentare dem Enza Bruno Bossio, e dalla deputata pentastellata Anna Laura Orrico.

Insomma una puntata che si annuncia scoppiettante e con tanta carne al fuoco, anche perché, per dirla con Antonella Grippo, intervistare Nino Di Matteo significa innanzitutto fare chiarezza sulla vicenda di Messina Denaro e capire a che punto è la partita in atto tra Stato e mafie. «Mi interessa capire – confida la conduttrice - se la materia del contendere non sia l’ergastolo ostativo e il 41 bis».

Di Matteo d’altra parte ha detto anche che se parla Matteo Messina Denaro sarà un terremoto. E per la giornalista di Sapri l’epicentro non sarebbe solo all’interno dell’organizzazione criminale, ma un sisma che si muoverebbe «tra vari segmenti dello Stato che in qualche modo a vari livelli istituzionali ne hanno protetto la latitanza».

Infine, la domanda che tutti si pongono: Qualora la mafia non dovesse ottenere ciò a cui ambisce, e quindi la revoca del 41 bis, occorre mettere in conto una ripresa della stagione stragista?.
Temi scottanti che saranno sviscerati però all’interno di una puntata che si occuperà anche della vicenda Cospito e delle polemiche sorte a margine dell’intervento alla Camera del meloniano Giovanni Donzelli.