Dalla metro leggera di Cosenza al collegamento Lamezia-Catanzaro passando per aree interne, digitalizzazione e innovazione: viaggio nell'ennesima grande occasione persa dalla nostra regione
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Fondi Ue, ecco tutte le opere del Por Calabria 2014-2020 non realizzate o cancellate
Grandi opere, progetti faraonici, programmi che avrebbero dovuto cambiare il volto della Calabria e renderla un’eccellenza a livello europeo: erano tante le opere finanziate all’interno del POR 2014 2020 e realizzarle tutte avrebbe permesso alla nostra regione di diventare una piccola California del Sud Italia. La digitalizzazione, l’impulso all’innovazione ed alla Calabria Digitale terra di startup, le metropolitane cittadine, i collegamenti tra le città e poi ancora rifiuti, asili nido e tanto altro ancora: peccato però che questi lavori non sono mai stati completati e alcuni di questi cantieri non sono mai nemmeno partiti. Ecco una carrellata delle grandi opere mai realizzate con i fondi europei in Calabria.
La metropolitana leggera tra Cosenza, Rende e l’Università della Calabria è l’emblema delle grandi opere non realizzate con i fondi europei. Inserita originariamente nel programma 2007-2013, è stata poi spostata nel POR 2014-2020 grazie anche al grande impulso di un assetto che vedeva le infrastrutture di mobilità come prioritarie. Stavolta però è stato peggio del solito: i lavori sono iniziati, si sono fermati più volte, sono stati oggetto di campagne elettorali, polemiche ed interrogazioni parlamentari in Italia ed a Bruxelles, ma l’esito è stato sempre lo stesso. L’opera è stata stralciata dal programma operativo 2014-2020 con una laconica comunicazione alla Commissione Europea: la metro leggera non s’ha da fare, ma nessuno adesso sa cosa fare con i cantieri aperti e fermi nella città di Cosenza.
Un grande progetto di collegamento tra l’aeroporto di Lamezia Terme, la stazione ferroviaria, la città di Catanzaro e la cittadella regionale di Germaneto, un progetto di interconnessione tra il più importante approdo regionale e le infrastrutture principali della regione. Uno stanziamento importante, che il presidente Oliverio quantificò in circa 300 milioni di euro di cui 160 milioni di euro per l’armamento iniziale e 150 milioni di euro per la successiva elettrificazione. Proclami, incontri, appuntamenti ma niente è stato fatto: il progetto non è mai partito, i lavori non sono mai partiti e il progetto è stato ufficialmente stralciato dal POR 2014-2020. Lo ha reso noto la stessa Commissione Europea il 31 maggio del 2021 con una risposta scritta all’interrogazione di Laura Ferrara: “Con la modifica del programma adottata nel novembre 2020 - ha scritto la Commissaria Ferreira - nel quadro dell'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus, il progetto di collegamento multimodale «Aeroporto — Stazione di Lamezia Terme Centrale — Germaneto — Catanzaro Lido» è stato ritirato dal programma operativo regionale Calabria 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale — Fondo sociale europeo. Fino ad allora non era stata certificata alcuna spesa alla Commissione. L'autorità di gestione ha comunicato che gli investimenti per il progetto saranno coperti dai fondi nazionali (Fondo Sociale di Coesione 2014-2020 e 2021-2027)”.
I fondi europei, nella loro funzione originaria, servono a far superare l’enorme gap tra territori dell’Unione: proprio per questo, tra le opportunità a disposizione della Calabria inserite nel POR 2014-2020, c’era una strategia apposita per le aree interne. Si trattava di finanziamenti, appunto, per sostenere i 14 comuni del Reventino-Savuto, gli 11 comuni dell’Area Grecanica della provincia di Reggio Calabria, 19 comuni di Sila e Presila tra Crotone e Cosenza e 14 Comuni del versante Jonico-Serre.
Purtroppo, anche questo ambizioso programma è stato quasi completamente cancellato: a causa dei ritardi nellì’avvio di tali strategie, la Regione Calabria (citiamo integralmente la nota della Commissione Europea) “ha presentato una proposta di modifica [...] in cui il finanziamento per le strategie territoriali integrate di tre delle quattro aree interne menzionate è stato cancellato dal programma”.
Era uno dei punti più ambiziosi del Programma Operativo Regionale, che coinvolgeva i capoluoghi di provincia e alcune tra le città più grandi della nostra regione come Lamezia Terme e Corigliano Rossano. Il progetto, che prevedeva riqualificazioni, laboratori e tanto altro per dare nuovo slancio alle città, è stato però uno dei punti più deboli dell’intero POR: tra contratti e partenariati firmati in ritardo, progetti in embrione, il progetto è stato tra i più attenzionati dalla stessa Commissione Europea. Già due anni fa, nel Comitato di Sorveglianza, si mise l’accento sull’arretratezza dell’attuazione del progetto: più volte i sindaci avevano sollecitato ma adesso si sta procedendo ad un’accelerazione della spesa enorme per salvare il salvabile. È certo, però, che il programma Agenda Urbana non potrà vedere la luce nella sua totalità entro il mese di dicembre del 2023, scadenza per la rendicontazione finanziaria dei fondi POR a meno di non spostare queste spese su altri programmi.
Era uno dei progetti strategici del POR 2014-2020, l’obiettivo di una regione che si presentava al resto d’Italia con un numero importante di startup innovative di rilievo, molte case history e tanta voglia di invertire la tendenza. Per questo proprio in Calabria partì CalabriaInnova, il progetto sperimentale con la collaborazione di AREA Science Park di Trieste e tante belle speranze: dopo circa un anno si interrompe il rapporto con il centro di ricerca friulano e il progetto resta totalmente in capo alla Regione Calabria ed a Fincalabra. I tempi dei bandi iniziano ad allungarsi, i meccanismi pian piano si inceppano e anche i tanti professionisti coinvolti dentro CalabriaInnova iniziano a perdere certezze. Rinnovi dei contratti che tardano ad arrivare, progetto sempre meno centrale e piano piano tutto si dissolve: quello che doveva essere un progetto strategico della regione e che, dopo un triennio, doveva trasformarsi in Agenzia Regionale per l’Innovazione ma che invece è naufragato. Nonostante un ultimo stanziamento, i contratti di gran parte del personale non sono stati rinnovati e l’attenzione alle startup ed all’innovazione tecnologica delle imprese è svanita nel nulla, pur essendo una delle linee strategiche del programma e della S3, la Smart Specialization Strategy 2014-2020. Restano i milioni spesi, i bandi gestiti e una filiera che però si è interrotta sul più bello.
La Gallico Gambarie è uno degli emblemi dei cantieri infiniti della Calabria. Per decenni se n’è parlato, ad inizio della programmazione era un progetto a cavallo (dunque ricavato dalla vecchia programmazione, quindi 2007-2013), cantieri aperti nel 2016 e frenati da alluvioni e ritardi vari. La Regione ha messo sul campo un altro finanziamento da 10 milioni a marzo di quest'anno ma non basterà a chiudere l’opera entro il 2023: le previsioni più ottimistiche parlano della primavera del 2024, per un’opera che permetterebbe di collegare il mare e la montagna in soli 15 minuti.
Quello dei rifiuti è uno dei punti critici del rapporto tra Calabria e Unione Europea: tra perenni procedure di infrazioni e criticità continue, il sistema dei rifiuti calabrese è perennemente in emergenza. Tanti i fondi a disposizione dei comuni, ambiziosi gli obiettivi da raggiungere ma nulla da fare: l’obiettivo era il 65% di raccolta differenziata su base regionale, che secondo i dati ISPRA 2021 è stato raggiunto solo in provincia di Catanzaro. Le province di Cosenza e Crotone superano di poco il 60%, mentre le province di Reggio Calabria e Crotone sono ancora rispettivamente al 38 e 35 per cento. E l’obiettivo di dimezzare i rifiuti in discarica annunciato nelle slide di presentazione del POR 2014-2020 è lontanissimo.
Sembra strano, ma la Calabria da eccellenza da invidiare è passata a fanalino di coda. Grazie ai fondi POR ed in particolare allo Sviluppo dell’Agenda Digitale, la nostra regione avrebbe dovuto cabrare con banda ultra larga (ovvero almeno 100 mega) gran parte dei territori, grazie a dei finanziamenti appositi. Se nel 2017 la nostra regione era la prima per copertura di abitazioni raggiunte almeno dalla connessione a 30 mbps (una velocità superata oggi da qualsiasi smartphone), l’evoluzione delle tecnologie ci ha visto soccombere: per copertura con fibra ottica almeno a 300 mega la Calabria è ultima in classifica con solo il 3,7% dei civici coperti rispetto al 17% nazionale e lontanissima rispetto al 28,6% del Lazio, secondo i dati di giugno 2021.
Diciamoci la verità, già nella struttturazione del piano l’obiettivo non era assolutamente ambizioso: la Regione Calabria nel POR 2014-2020 fissava come risultato quello di coprire posti per il 10% dei bambini calabresi. Un numero irrisorio, se si pensa che negli obiettivi del bando Asili Nido del PNRR si parlava del 33% dei bambini. Secondo i dati raccolti da Openpolis, la Calabria ha superato di pochissimo la quota del 10%, con intere province che sono comunque fuori dall’obiettivo: in Calabria ci sono 11,9 posti ogni 100 bambini, penultima regione in tutta Italia. Un dato su tutti: dal 2013 al 2020, i posti sono aumentati solo dell’1%.
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