«La scuola dovrebbe essere il luogo in cui la società prende forma, non dove si sgretola». John Dewey descrive perfettamente il declino attuale di un sistema scolastico che si impoverisce, perdendo la sua funzione educativa e sociale.

Gli accorpamenti degli istituti e l’aumento del numero minimo di studenti necessario per la presenza di un dirigente scolastico hanno lasciato molte scuole in mano ai vicepresidi, figure prive di reali poteri decisionali. Nelle aree più difficili—periferie, zone di confine, territori economicamente depressi—questo significa meno controlli, maggiore vulnerabilità e un ambiente favorevole alla microcriminalità, trasformando alcuni istituti in vere e proprie piazze di spaccio. La scuola non argina più il disagio: ne diventa il riflesso.

A tutto ciò si aggiunge in diversi casi, il biennio accorpato, che livella la didattica al ribasso, e la competizione sfrenata per gli iscritti, con docenti costretti a contendersi gli studenti come fossero clienti. È il segnale di un sistema che arretra, lasciando spazio a dinamiche sempre più degradanti.

La scuola non può ridursi a una mera sopravvivenza. Servono dirigenti presenti e investimenti concreti, perché quando lo Stato si ritira, il vuoto viene riempito. E quasi mai da qualcosa di buono.

Inizia dunque oggi il viaggio di LaC News24 nel sistema scolastico calabrese in crisi che rischia di perdere la sua funzione educativa.