Il procuratore di Catanzaro è amatissimo dalla gente e così carismatico che chi non lo vuole sotto il Vesuvio invece di elencare i meriti degli altri candidati cerca di tirare fuori i presunti minus del magistrato calabrese; minus che alla luce dei fatti possono essere facilmente smontati
Tutti gli articoli di Editoriali
PHOTO
Sono giorni caldi, questi che ci separano da mercoledì prossimo, quando il plenum del Csm si riunirà per decidere chi sostituirà Giovanni Melillo, da un anno alla guida della Direzione nazionale antimafia.
Lo sappiamo bene: la corsa è da stadio, le tifoserie più agguerrite di sempre. Grande favorito ai botteghini popolari (i cittadini lo amano, credono in lui, si fidano, lo vorrebbero “in tutti i luoghi e in tutti i laghi”) è il nostro procuratore, Nicola Gratteri. Si sta sbilanciando da un po’ anche la stampa nazionale, e non solo perché in Commissione Gratteri ha ottenuto 4 voti, mentre gli altri due candidati – Rosa Volpe, magistrato facente funzioni di Napoli e Giuseppe Amato, procuratore di Bologna – un voto a testa. Si sta sbilanciando perché ovunque Gratteri vada – da Cortina d’Ampezzo a San Vito Lo Capo, attraverso in lungo e in largo l’intera penisola, sera dopo sera – è un bagno di folla. E se la gente lo ama, qualcosa vorrà dire.
Magistratura | Gratteri candidato alla Procura di Napoli, quattro consiglieri del Csm: «Magistrato eccezionale, ecco perché prevale su Amato»
Le tifoserie da stadio
Lo abbiamo seguito quest’estate: il procuratore di Catanzaro non è uno che le manda a dire. Forse è proprio questa una delle ragioni per cui, accanto alla tifoseria che lo vorrebbe a Napoli, e che fa schierare molti nomi eccellenti della magistratura a suo favore, sta urlando più forte del solito l’altra tifoseria, che lo vorrebbe perdente nella corsa per Napoli. Che poi, a rifletterci: sarebbe davvero una sconfitta, o non sarebbe forse una vittoria per chi crede sia l’unico in grado di garantire un riscatto reale della Calabria e del Sud Italia? Ma a parte questo. Esistono ovviamente posizioni ed opinioni contrarie, che stanno cercando di spiegare perché Volpe e Amato andrebbero preferiti a Gratteri.
Invece dei miei plus racconto i minus del mio avversario
Ho sempre preferito le corse ai meriti piuttosto che ai demeriti. Ma ormai siamo tutti abituati a questo declino intellettuale in cui invece che esaltare le doti e le qualità del proprio beniamino si evidenziano le – presunti o reali – minusvalenze dei “concorrenti”. Anzi, del concorrente. Perché il nemico da sconfiggere è uno, ed uno solo: Gratteri.
Così, proprio mentre i Campi Flegrei continuavano a muoversi sotto i piedi dei napoletani, sono stati pubblicati i resoconti delle audizioni di maggio a favore dei candidati. E cosa risulta? Che alcuni magistrati, invece di sottolineare i plus dei loro beniamini, hanno preferito parlare di – a detta loro – minus del concorrente più temuto. San Nicola da Gerace.
Operiamo pur sempre nel settore dell’informazione
È arrivato il momento di uscire un attimo dagli spalti, lasciare le tifoserie e ricordarci che innanzitutto operiamo nel settore dell’informazione. Quello dove si devono verificare le notizie, anziché subirle e prenderle per vere perché qualcuno ce le ha cucinate così. Non ci piacciono i cibi precotti, inodori e insapori: amiamo capire bene ogni singolo ingrediente. E così, in attesa che colleghi molto più avvezzi al mestiere vadano in giro a verificare le notizie, mi soffermo su alcune riflessioni che partono da dati di fatto.
Non è solo antimafia: le ruspe contro l’abusivismo edilizio
Nell’audizione Gratteri ha parlato delle operazioni più importanti dei suoi sette anni alla procura di Catanzaro: ovviamente il suo impegno contro la ‘ndrangheta è stato il fulcro. Ma ciò non significa che nella quotidianità abbia trascurato il lavoro ordinario: semplicemente, non ne ha parlato in quell’occasione. Ha dovuto fare scelte di sintesi, e dunque ha focalizzato il proprio intervento sulla lotta al cancro primario della Calabria. Gli sarebbero serviti giorni interi per parlare di tutto quello che ha fatto, includendo l’impegno contro i reati contro la Pubblica Amministrazione, i processi contro Asp, Afor, o il grande lavoro contro l’abusivismo edilizio, attraverso il protocollo di intesa tra Procura, assessorato regionale all’Ambiente e Comune di Stalettì che ha permesso di demolire quasi un intero villaggio, costruito per i due terzi su suolo demaniale. Sono passati quasi 50 anni prima che qualcuno avesse il coraggio di restituire a Caminia e alla collettività ciò che era stato costruito abusivamente. Anche questa è storia. Anche questi sono risultati reali.
La gestione del lavoro ordinario e del personale
Qualcuno poi dovrebbe chiamare il Ministero per farsi spiegare meglio di quel giorno in cui hanno chiamato la Procura per dire che avevano sbagliato a scrivere i numeri nella compilazione della relazione sul lavoro fatto: i risultati erano tanti e tali, rispetto al trend abituale, non solo di Catanzaro, che non riuscivano a pensare potessero essere esatti.
Qualcuno dovrebbe fare una passeggiata nella Procura di piazza Stocco per capire perché nessuno se ne vuole andare, mentre tanti scappano dalle altre Procure. Forse non è vero che a Catanzaro si sta male e non si può lavorare, forse non è vero che Gratteri non sa gestire lavoro e personale. Pochi giorni fa, mercoledì scorso, sono arrivati nell’ex monastero ventuno operatori giudiziari. Dopo il benvenuto del Procuratore nella sala riunioni hanno firmato, hanno avuto la propria postazione con computer e quanto necessario e alle 10 del mattino erano già seduti a lavorare. Difficile fare confronti con altri uffici pubblici, dove molti nuovi arrivati ancora aspettano di avere una sedia ed una scrivania.
A Napoli sta arrivando una nuova crisi climatica?
Cosa succederà la prossima settimana? Una nuova crisi climatica, un’ondata di caldo torrido che farà prolungare questa estate calda, caldissima? O arriverà l’autunno, e tutto tornerà come prima? Certo sarà una bella prova, sia se Gratteri diventerà il nuovo Procuratore di Napoli, sia se “vincerà” l’altra tifoseria.
E ve lo confesso: sono tra due fuochi. Sarei curiosa di vedere, pur sapendo che meriti e numeri dovrebbero portare “il nostro” ai fianchi del Vesuvio, cosa succederebbe passasse la posizione degli altri, quelli che parlano dei – presunti – demeriti altrui anziché dei – sempre presunti – meriti propri. Perché una tale assurdità potrebbe permettere di iniziare a scrivere un nuovo capitolo, necessario, per un territorio in cerca di risposte da troppo tempo. E conosciamo tutti, molto bene, chi potrebbe iniziare a darne. In azioni e risultati.